Nuoro. Ieri sera a Nuoro si è tenuto il primo evento del 2024 nell’Isola, dopo la trasferta dei primi di aprile a Portoferraio che ha aperto il programma del 2024, per “Freemmos”, il progetto ideato nel 2017 dalla “Fondazione Maria Carta” per una riflessione sul tema dello spopolamento della nostra regione. Organizzata nell’Auditorium Giovanni Lilliu in collaborazione con l’Istituto Superiore Regionale Etnografico (ISRE), la serata ha riproposto la consolidata doppia formula: la musica e la poesia accanto all’analisi sul tema dello spopolamento, con la proiezione di un video documentario sul progetto “Freemmos”.

Secondo i dati diffusi dall’Istat nelle scorse settimane, al 1° gennaio di quest’anno la Sardegna aveva un milione e 569.832 abitanti, nel 2012 erano un milione e 640mila. Significa che in poco più di dieci anni sono andati persi 70mila residenti. Inoltre, si invecchia sempre di più: l’8,1 per cento della popolazione sarda ha oltre 80 anni, con 606 ultracentenari. Si nasce sempre meno. Per il quarto anno consecutivo la Sardegna ha il tasso di natalità più basso in assoluto in Italia con meno di un figlio per donna: attualmente è lo 0,91 per cento, nel 1951 era 3,80. Nel 2000 i nuovi nati sono stati 13.865, nel 2021 si è arrivati a 8232. A rischio estinzione sono allora 280 del 377 comuni isolani, non solo i 33 che già contano meno di 700 abitanti. Secondo Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, nel 2100 la popolazione sarda sarà di 939.591 abitanti, ovvero 700mila in meno rispetto ad oggi.

Numeri richiamati in apertura dal giornalista Giacomo Serreli, che ha presentato l’evento. Dopo i saluti del presidente della Fondazione Maria Carta Leonardo Marras e del presidente dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico Stefano Lavra, è stato proiettato un documentario che sintetizza quanto fatto con “Freemmos” in questi anni, con le singole tappe in Italia e in altri Paesi e le testimonianze di amministratori, imprenditori e rappresentanti del mondo dell’emigrazione sarda. Un viaggio che continua nel 2024, anno nel quale cade un doppio anniversario, 90 anni dalla nascita e 30 dalla morte di Maria Carta. A lei era dedicato l’appuntamento nuorese, un’occasione per affiancare due grandi donne sarde, Maria e Grazia Deledda.

Nella seconda parte, poesia e musica protagoniste. Clara Farina ha letto una selezione di componimenti da lei stessa tradotti in sardo tratti dalla silloge poetica “Canto rituale” di Maria Carta e recentemente pubblicati a cura della stessa Fondazione. Subito dopo sono intervenuti il coro polifonico “Sos Canarjos” di Nuoro diretto da Paola Puggioni, il duo Fantafolk con Andrea Pisu alle launeddas e Vanni Masala all’organetto e la cantante Maria Giovanna Cherchi, che ha proposto il brano “Ambasciadores de Sardigna” dedicato al mondo dell’emigrazione. Chiusura della serata affidata ai Tazenda in trio acustico, applauditissimi e chiamati dal pubblico per un gradito bis.