(repertorio)

Prosegue l’attività di prevenzione e repressione da parte del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale per contrastare il fenomeno del bracconaggio nel territorio della Giurisdizione del Servizio Territoriale di Oristano.

A seguito di diversi controlli mirati alla prevenzione e repressione degli illeciti in materia venatoria, il personale della Stazione Forestale di Villaurbana, in Località “Crannaxiu”, agro del comune di Villaurbana, ha rinvenuto diverse postazioni di pasturazione idonee allo sparo degli ungulati (cinghiali).

Grazie a lunghe ore di appostamento notturno, gli Agenti Forestali hanno accertato la presenza di un uomo residente in un paese della Provincia, munito di fucile ed in atteggiamento di caccia, intento ad attendere la preda, il quale è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per il Reato di Esercizio Venatorio in tempo di divieto generale, in violazione all’art. 49 comma 1 L.R. 23/98 punita dall’art 30 comma 1 lett a) L. 157/92 sulla caccia e per il Reato di foraggiamento di animali selvatici.

Hanno quindi proceduto al sequestro penale dei mezzi di caccia e alla trasmissione dell’informativa di reato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Oristano.

Ricordiamo che la tecnica della “pasturazione” viene utilizzata molto spesso dai bracconieri nell’ambito della caccia agli ungulati per ottenere fiducia da parte degli animali selvatici ed è finalizzata ad abituare i cinghiali a frequentare una determinata area. Con foraggiamento s’intende l’attività di nutrire o procurare del cibo, in modo del tutto innaturale, agli animali selvatici.

Fornire cibo ai cinghiali è diventato reato e come tale perseguibile penalmente, come previsto dall’art. 7 comma 2 del “Collegato Ambientale – Disposizioni per il contenimento della diffusione del cinghiale nelle aree protette e vulnerabili e modifiche alla legge N° 157 del 1992”, entrato in vigore a Dicembre 2016. É bene quindi che la cittadinanza ne sia pienamente consapevole, onde evitare di incorrere in spiacevoli ammende da 516 a 2.065 euro e nei casi più gravi (come in quello di specie) con l’arresto da due a sei mesi, sanzioni previste dall’art. 30 comma 1 l, della Legge n°157/92 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio).

Il Corpo Forestale è sempre impegnato in prima linea, con un grande impiego di risorse umane e strumentali, per contribuire ad arginare tale fenomeno.

Si confida anche nel senso civico dei cittadini che possono segnalare al numero verde 1515 le situazioni ritenute illecite nonché qualsiasi elemento utile per individuare i trasgressori.