Sassari. Competere in un mercato ormai globale richiede alle imprese competenze digitali sempre aggiornate, fondamentali per la crescita. Conoscenze che sono richieste anche, se non soprattutto, a livello manageriale. Le aziende sarde possono migliorare efficienza e competitività proprio garantendo un costante aggiornamento degli strumenti offerti dalla digitalizzazione. Quali sono allora i modelli Industria 4.0, con un’integrazione delle tecnologie digitali intelligenti, nei processi gestionali manifatturieri e industriali, per una formazione rivolta a dirigenti e amministratori aziendali? Fondirigenti, SOSoR e Federmanager, con il sostegno di Confindustria Centro Nord Sardegna, hanno promosso la scorsa settimana (29 maggio) a Villa Mimosa a Sassari, sede di Confindustria CNS, l’evento “Digital Management. Analisi delle competenze manageriali e modellizzazione formativa in tema di digitalizzazione”. Un incontro aperto alle aziende, con il quale è stato fatto il punto sull’iniziativa strategica attivata un anno fa, ora arrivata alla fase dei risultati.

Dopo l’introduzione del direttore di Confindustria Centro Nord Sardegna Giansimone MasiaFranco Sabatini, direttore di SOSoR, impresa specializzata nell’organizzazione di corsi di formazione operativa a Cagliari, Firenze e Bari, ha spiegato modalità e obiettivi del progetto: «Fondirigenti ci ha affidato questa seconda fase di uno studio del territorio sardo. È stato messo a punto un modello formativo che abbiamo testato su un campione di aziende isolane, un’analisi che ha preso diversi mesi di lavoro. Il nostro è da sempre un approccio pratico che, in questo programma, è stato affiancato anche da una ricerca condotta secondo un punto di vista scientifico».

Che la digitalizzazione sia ormai un processo dal quale è impossibile prescindere è stato ribadito anche dal sindaco di Porto Torres, Massimo Mulas, che ha portato un contributo relativo alla Pubblica Amministrazione, che «deve porsi l’ambizione di preparare adeguatamente i propri dipendenti. Oggi con il burocratese si parlano tante lingue, la digitalizzazione abbatterà le barriere. Il vantaggio sarà questo, semplificare».

«Un investimento sulla formazione è sempre anche un investimento su occupabilità e produttività», ha sottolineato il direttore generale di Fondirigenti Massimo Sabatini, intervenuto in collegamento da remoto. Se, infatti, per le imprese, la transizione digitale rappresenta una grande opportunità per rafforzare la propria competitività e l’efficienza dei processi produttivi, per i dirigenti rappresenta al tempo stesso una fondamentale occasione di crescita professionale e una crescente preoccupazione per il futuro, anche ai livelli apicali. In un momento in cui, come riportava nei giorni scorsi la stampa internazionale, anche i CEO di grandi aziende americane hanno espresso il timore di poter essere sostituiti dall’Intelligenza Artificiale, il costante aggiornamento delle competenze necessarie a governare queste trasformazioni è un investimento lungimirante e, al tempo stesso, il migliore antidoto possibile per inquietudini di questo tipo. «Tutte le funzioni aziendali possono risultare potenziate grazie all’introduzione di dosi robuste di digitalizzazione: dall’efficientamento della supply chain alla gestione delle risorse umane, dalla valutazione della performance per potenziare le competenze individuali all’internazionalizzazione. Per questo – ha concluso Massimo Sabatini – Fondirigenti ha deciso di investire 10 milioni di euro con l’Avviso 1/2024 dedicato, trasversalmente, allo sviluppo del mindset e delle competenze manageriali per affrontare tutte le transizioni digitali».

L’evoluzione digitale è insomma un elemento caratterizzante lo sviluppo imprenditoriale e manageriale. Sul progetto “Digital Management” ha preso la parola il professor Pier Francesco Orrù, docente al Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Università di Cagliari, che ha curato l’analisi e l’individuazione di un percorso formativo multidisciplinare. Le fasi operative sono state tre: analisi delle competenze digitali, elaborazione del modello formativo e sperimentazione di quest’ultimo. Il campione coinvolgeva 39 aziende, per 37 dirigenti di imprese ed enti operanti in Sardegna. «Già dal questionario iniziale è emersa la consapevolezza che le competenze digitali sono fondamentali», ha spiegato il professor Orrù. Per esempio, dai dirigenti è ritenuto indispensabile possedere un profilo professionale su Linkedin, mentre Facebook e Instagram sono da utilizzare per la sfera privata. Eppure, la predisposizione alla misurazione del livello di maturità digitale è bassa: solo il 43,2 per cento ha risposto positivamente. «Nella seconda fase abbiamo elaborato un modello. La forma di aggiornamento più gradita, per il 56,8 per cento, è quella in presenza, fuori dall’ambiente di lavoro. Il problema principale è però il tempo da dedicare alla formazione, che difficilmente si concilia con la presenza in azienda», ha detto ancora il professor Orrù.

Il modello formativo comprende una piattaforma web di e-learning dedicata alla transizione digitale e ambientale, con cinque livelli di conoscenza, che, per ciascuno, includono podcast, paper scientifici, presentazioni, con un test finale che permette il passaggio al livello superiore. Oltre alla piattaforma si è pensato anche a eventi in presenza, dedicati per lo più a una formazione mirata dei dirigenti ma anche alla creazione di un network tra di loro, oppure diffusi in diretta sulla piattaforma web (dando l’opportunità anche di una visione in differita).

Nella terza fase, infine, è stato sperimentato il modello formativo, che coniuga la tradizione con le nuove modalità online. Oltre il 90 per cento dei fruitori della piattaforma si è mostrato soddisfatto.