Alghero. New York. Il 36enne Giovanni Solinas di Alghero (Sardegna), Kantor della Basilica di San Cornelius di Viersen-Dülken e managing & artistic director della casa discografica Motette Psallite Verlag, è stato invitato per la seconda volta negli Stati Uniti. La tournée di Solinas, dal 18 al 28 ottobre 2022, si è articolata tra la città di Dallas (TX) nel prestigioso Caruth Auditorium, New York nella famosissima St. Thomas Church a Manhattan e ad Hartford (CT) nella St. Joseph Cathedral portando opere organistiche di G. Frescobaldi, F. Mendelssohn nonché la celeberrima IX Sinfonia di C.M. Widor.
Il giovane musicista, a connubio dell’attività concertistica, ha definito inoltre gli aspetti progettuali con l’Università SMU di Dallas per l’imminente uscita dei primi quattro CD dell’integrale dell’opera Omnia di Johann Sebastian Bach a cura di Stefan Engels e Motette Psallite Verlag.
Al suo rientro a Dülken, abbiamo posto a Giovanni Solinas qualche domanda.

Quali sono gli aspetti che ti hanno colpito di più degli Stati Uniti?

Parte fondamentale dell’esperienza negli USA sono senza dubbio gli strumenti musicali che ho avuto modo di conoscere ed apprezzare. Tutti sempre di ottima fattura, in particolare quello della St. Thomas Church di New York, davvero brillante, comunicativo e ricco di una grandissima tavolozza timbrica. Nella Cattedrale di Hartford sono rimasto affascinato non solo dallo strumento, ma anche dalla bellezza dei colori creati dalla luce proveniente dalle vetrate della chiesa. Particolarmente emozionante è stata la prima esperienza come docente in una masterclass di Organo all’Università SMU di Dallas. Il contatto con gli studenti rende possibile il confronto di diverse idee musicali e costituisce sicuramente un arricchimento per entrambe le parti.
Hai avuto modo di conoscere realtà musicali locali?
Si. La St. Thomas Church di New York si è rivelata davvero illuminante. Sono rimasto molto colpito dalla qualità e dall’ampio spazio che vengono dedicati alla musica nella liturgia anglicana, in particolare al canto corale, curato in quel luogo dai “pueri cantores” per le voci femminili e dagli uomini per le voci maschili. Una chiarezza timbrica soave in un’acustica celestiale, unitamente al canto dell’assemblea… mi è diventato ancora più chiaro che vivere la musica parallelamente alla liturgia arricchisce l’animo!
Come questa realtà musicale locale può influenzare la tua attività a San Cornelius?
Penso all’esperienza a New York: essa ha rafforzato in me il convincimento che i Pandemia Singers, l’ensemble vocale di San Cornelius nato durante il periodo pandemico – che il pubblico sardo ha avuto modo di apprezzare durante la sua tournée dello scorso luglio –  abbia svolto un ruolo importante e che ora possa, in unione al prezioso canto assembleare, continuare la sua attività mirando al raggiungimento della qualità e bellezza che ho avuto modo di vivere in prima persona.
Progetti futuri a San Cornelius?
Uno dei progetti che più mi stanno a cuore si sta realizzando: sono estremamente felice ed orgoglioso che i lavori di restauro del grande Organo di San Cornelius, iniziati lo scorso maggio, siano in fase di dirittura d’arrivo. Doverosi sono i ringraziamenti alla diocesi di Aquisgrana, al Consiglio di amministrazione della Parrocchia di San Cornelius e Peter di Dülken ed al Parroco Reverendo Jan Nienkerke, per aver creduto e sostenuto questo progetto.
A conclusione dei lavori, il prossimo 5 febbraio 2023 avrò l’onore ed il privilegio di inaugurare l’Organo con la sua nuova consolle a quattro manuali.

Foto concessa: Giovanni Solinas, alla consolle dell’organo della St. Thomas Church New York