Bruxelles. Una rete di collaborazione interregionale europea, per promuovere le istanze delle regioni dell’Unione dotate di poteri legislativi che, in determinati ambiti, vengono esercitati in via primaria ed esclusiva: è la rete RLEG (Regions with LEGislative Powers) cui la Regione Sardegna ha recentemente aderito.

Obiettivo della rete è quello di attuare un più forte coordinamento su tematiche comuni, per un dialogo più mirato e costruttivo con le Istituzioni europee.

 “Il ruolo dei governi regionali – afferma il Presidente Christian Solinas – è quello di essere l’organo più vicino ai cittadini tra le istituzioni dotate di poteri legislativi. Non è una prerogativa di tutte le regioni ma lo è, nello specifico, della Regione Sardegna, la cui autonomia si fonda sulle peculiarità geopolitiche, sulla sua storia e sul suo forte carattere identitario. Quest’anno – prosegue il Presidente – abbiamo ottenuto l’importante riconoscimento del Principio di Insularità nella Costituzione italiana. In sede Europea, la risoluzione Omarjee ha rafforzato ulteriormente l’urgenza di adottare specifici provvedimenti per le regioni insulari di fronte al Parlamento Europeo. Questi però non sono punti di arrivo, devono essere considerati invece validi punti di partenza sulla strada di un vero e più importante percorso dell’autonomia e dell’insularità relativamente ai costi energetici, ai trasporti e a tutte le criticità che penalizzano i territori come il nostro. L’insularità – ricorda il presidente – deve diventare sempre più una nostra alleata, non essere ancora vissuta come un handicap da cittadini, turisti e potenziali investitori”.

 La rete RLEG costituisce una realtà rappresentativa di quasi il 45% della popolazione dell’UE.

 A fronte di meccanismi decisionali e princìpi di programmazione centralizzati di matrice europea, che pongono in capo agli Stati membri poteri deliberativi sovraordinati alle entità sub-statali, infatti, le Regioni sono investite dai rispettivi ordinamenti costituzionali di potestà legislative che l’ordinamento europeo non riconosce.

Il ruolo dei governi regionali – tra quelli dotati di poteri legislativi – può quindi contribuire ad aumentare la trasparenza e la democraticità del processo decisionale europeo, oltre che favorire una migliore attuazione delle politiche della UE.

 Prendendo spunto dall’art. 4 del Trattato sull’Unione europea e muovendosi nel segno della massima collaborazione con le istituzioni dell’UE in una prospettiva di responsabilità e proattività, la RLEG si pone l’obiettivo di vedere attuata una governance che possa essere realmente multi-livello, in cui le autorità regionali e locali abbiano un ruolo più incisivo, a favore di una maggiore territorializzazione delle politiche della UE e di un effettivo coinvolgimento delle Regioni dotate di poteri legislativi nell’intero ciclo politico della stessa Unione.

Lo spettro di intervento spazia dalla realizzazione di un dialogo permanente e strutturato con le istituzioni europee nelle materie di competenza legislativa regionale, all’inclusione dei dati regionali nelle fasi di elaborazione delle politiche dell’UE, comprensive anche di raccomandazioni specificatamente focalizzate sul livello regionale. Si lavora inoltre al controllo, basato su criteri oggettivi, circa l’attuazione del principio di sussidiarietà da parte della Commissione europea, fino all’elaborazione di proprie proposte in vista della futura revisione dei Trattati su cui si è pronunciato il Parlamento europeo con una risoluzione dello scorso giugno.

Fanno parte della RLEG: Paesi Baschi, Catalogna, Isole Baleari, Valencia (Spagna), Sardegna, Piemonte (Italia), Salisburgo, Bassa Austria, Tirolo, Vorarlberg, Carinzia (Austria), Fiandre (Belgio), Isole Aaland (Finlandia), Madeira e Azzorre (Portogallo). Si aggiunge la Corsica (Francia) con lo status di osservatore. Le regioni Lombardia, Burgerland (Austria) e Baviera (Germania) stanno attualmente finalizzando il loro processo di adesione.