La Cia Sardegna a fronte delle eccezionali precipitazioni a cui si assiste da tempo con frequenze sempre più imprevedibili ribadisce la necessità di prevedere misure e strumenti per l’agricoltura sarda. «Il ciclo biologico delle coltivazioni risente pesantemente da queste anomalie. Gli effetti dei cambiamenti climatici sono questi e è ora che si abbandonino le lunghe discussioni e che si agisca» sostiene il direttore di Cia Sardegna, Alessandro Vacca.
«Il settore primario sardo è sempre più messo a dura prova dai crescenti danni causati dal maltempo, il mondo delle campagne sarde si trova a combattere sfide sempre più complesse e l’impatto dei cambiamenti climatici si fa sempre più evidente. È necessario un intervento immediato da parte della politica per affrontare questa crisi», prosegue Vacca.
Le piogge torrenziali, alluvioni, siccità e grandinate distruttive hanno gravi conseguenze per i raccolti e l’intera filiera agroalimentare compromettendo la sostenibilità dell’agricoltura e mettendo a rischio le fonti di reddito delle aziende. A pagare il conto di quest’ultima ondata di maltempo sono state le ortive di stagione, i cereali, la frutta, gli uliveti, i vigneti e gli allevamenti, con conseguenze drammatiche.
Davanti a questi fenomeni sempre più frequenti scarseggiano le contromisure adeguate: «Mancano programmi di sostegno adeguati, piani di prevenzione e gestione delle emergenze, nonché investimenti nelle infrastrutture rurali resistenti al clima», aggiunge il direttore regionale Cia Sardegna.
A minacciare le colture si aggiungono, inoltre, i possibili attacchi di virosi e le malattie fungine, che potrebbero causare perdite economiche notevoli per tutto il tessuto economico sardo.
«Invitiamo tutte le aziende agricole a segnalare i danni subiti, così come da procedure indicate, a Laore, ed esortiamo tutte le istituzioni, dalla politica agli enti preposti, a intervenire tempestivamente e con celerità a sostegno degli agricoltori e delle comunità coinvolte», conclude Alessandro Vacca.