“Dopo la lunga parentesi della pandemia abbiamo ritenuto di dare attuazione a un’importante riforma del sistema sanitario che restituisse dignità ai territori. In questo percorso abbiamo posto una riflessione sulla necessità di nuovi ospedali e approvato una legge che prevede la loro realizzazione e la riqualificazione delle strutture esistenti. L’Arnas Brotzu, rappresenta oggi l’unico centro ad alta specializzazione della Sardegna. Oggi, dopo decenni, abbiamo le risorse a disposizione e l’opportunità di dare una nuova casa al Brotzu, che sia all’altezza di una struttura all’avanguardia del terzo millennio. L’incontro di oggi con gli operatori oltre a essere doveroso sul piano istituzionale è fondamentale per riportare tutto questo alla verità dei fatti, dopo le numerose polemiche e strumentalizzazioni a cui abbiamo assistito nell’ultimo periodo”. Lo dichiara il Presidente della Regione, Christian Solinas, che oggi, a Cagliari, assieme all’assessore della Sanità, Carlo Doria, ha incontrato il personale dell’Arnas Brotzu sul tema del nuovo ospedale.

“Il Brotzu, l’ospedale San Michele, è una struttura – precisa il Presidente – il cui progetto risale agli anni Sessanta e realizzato nei primi anni Ottanta. Una ristrutturazione radicale, con i tantissimi pazienti che ogni giorno sono assistiti al suo interno, non solo sarebbe complicata e fonte di enormi disagi, ma non porterebbe mai al risultato che si otterrebbe con la realizzazione di un nuovo ospedale che risponda agli attuali standard di modernità ed efficienza. Ritengo che oggi il Brotzu rappresenti un centro di eccellenza e i cagliaritani e i sardi meritino una struttura che sia all’altezza”.

In quest’ottica, chiarisce il Presidente: “La delibera approvata dalla Giunta ha dato incarico per la predisposizione di uno studio di fattibilità del nuovo ospedale. Nessuno ha mai pensato lontanamente di mettere in discussione il ruolo del Dea di secondo livello e ogni ricostruzione fatta in tal senso e oltremodo fantasiosa e strumentale. L’investimento per la realizzazione di una piastra tecnologica appartiene a un capitolo a parte, che non ha nulla a che vedere con le risorse già individuate per la realizzazione del nuovo ospedale. In questa fase abbiamo sollevato dubbi sull’opportunità di realizzare la nuova piastra con risorse che potrebbero essere invece rimodulate e investite per interventi necessari sul vecchio ospedale, con l’obiettivo di mantenerlo al massimo dell’efficienza fino alla realizzazione del nuovo plesso. Abbiamo posto una riflessione di buonsenso”.

“Negli ultimi anni in Sardegna si sono solo chiusi ospedali. A Cagliari il nuovo ospedale non vedrà certo la luce in questa legislatura, non può essere considerato un argomento da campagna elettorale. Ciò che voglio lasciare sono l’idea e le risorse per opere importanti quanto necessarie. A Cagliari non c’è alcuna competizione con la realizzazione dello stadio. L’accordo di programma con il Comune, così come la volontà di indicare un’area che sia già nella disponibilità pubblica e verso la quale non abbiamo nessuna preclusione, punta esclusivamente a intraprendere un percorso che sia il più breve possibile”.

“Siamo ben consapevoli dei problemi che gravano oggi sulla Sanità e in questi anni siamo intervenuti su più fronti, uno su tutti sulla programmazione e la formazione dei medici, la cui carenza pesa ovunque. Cinque anni fa avevamo le borse regionali per le scuole di specializzazione erano meno di una trentina, oggi sono più di 250. Abbiamo seminato frutti che si vedranno nel tempo e se oggi non gettiamo le basi per la realizzazione dei nuovi ospedali la Sardegna rischia di rimanere indietro”.