Tempio Pausania. L’ultimo prefestival di “SetteSere, SettePiazze, SetteLibri” si terrà a Tempio Pausania sabato 22 luglio. Ad ospitare uno degli incontri più rilevanti del festival letterario di Perdasdefogu sarà “Mintuà”, la rassegna di Carta Dannata che sta regalando tanti appuntamenti interessanti ai lettori galluresi. E così sarà anche per quello del 22 (piazza Fabrizio De André, ore 18:30) che avrà come ospite il giornalista e scrittore Sergio Rizzo, una delle firme più note, lette e apprezzate della carta stampata in Italia. Sarà accompagnato e introdotto da Giacomo Mameli, direttore del festival di Perdasdefogu, segno di particolare attenzione verso la qualità crescente e la buona nomea di cui gode oggi “Mintuà”, che offrirà i suoi spazi e i suoi lettori a uno dei festival più importanti dell’isola, come dimostra anche la recente partecipazione di Mameli al Salone del libro di Torino. Insieme a lui, sul palco di “Mintuà”, a dialogare con Rizzo ci sarà anche il giornalista e scrittore Giuseppe Pulina.

A richiamare il pubblico delle grandi occasioni sarà, oltre al nome di Rizzo, ex vicedirettore di “Repubblica” e firma di bestseller come “La casta”, il tema che autore e relatori dovranno mettere a fuoco e di cui si occupa l’ultimo libro del giornalista.

Si parlerà di pensioni, argomento tra i più esplosivi, solo come può esserlo però una mina, difficile da individuare, pronta a far saltare in aria chi dovesse passarci sopra. Una mina che costituisce il terribile fardello che i tanti governi dell’Italia repubblicana si trasmettono come una sgradita eredità a ogni loro avvicendarsi, secondo una successione che ha avuto inizio da quando il primo governo del democristiano Rumor liquidò la capitalizzazione dei versamenti, introducendo un diverso sistema di ripartizione. Erano anni promettenti e l’Italia sembrava avere il vento in poppa. Anni a cui seguiranno durante il boom economico la spensieratezza e la mal calcolata fiducia nel futuro di cui gli italiani sembrano ancora oggi essere affetti.

Lo pensa, numeri alla mano, Sergio Rizzo, che nel suo libro paragona il sistema previdenziale nazionale a un Titanic che si dirige inesorabilmente, e con tanto di banda musicale che intona allegre canzoni, verso l’iceberg che la farà colare a picco. Ma la situazione, scoprirà il lettore del libro, è più grave di quella dello sventurato transatlantico, visto che il naviglio della previdenza nazionale e tutta l’impalcatura su cui si regge malamente il sistema delle pensioni imbarcano acqua da tempo e da più parti.