Riceviamo e riportiamo la lettera scritta dal coordinatore regionale della Rete del Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva Sardegna ODV ETS, Giorgio Pia, indirizzata all’Assessore regionale alla Sanità, Carlo Doria e ai vertici delle aziende sanitarie per affrontare l’emergenza della sanità in Sardegna:

“Lo stato di salute della sanità in Sardegna è drammatico. Vertici politici e amministrativi del sistema sanitario regionale devono fare un passo indietro e ammettere che i problemi esistono, in tutta la loro gravità. E anche un passo in avanti, verso un confronto operativo e costruttivo con i rappresentanti di coloro che in ospedale e in reparto ci lavorano ogni giorno. Ma anche con le associazioni portatrici delle istanze dei pazienti e degli operatori. Solo così, per stare nella metafora medica, possono essere individuate delle terapie efficaci per affrontare una patologia altrimenti destinata a essere irreversibile. E si potrà anche cercare di recuperare quella fiducia dei cittadini nel sistema sanitario che sembra ormai perduta, non a causa di chi opera sul campo ma in conseguenza di scelte calate dall’alto che, se necessarie – e non sempre giuste – durante il difficile periodo del Covid, sono irrazionali nell’attuale fase storica. Politici e dirigenti, fermatevi, quindi. E troviamo soluzioni.

Negli ultimi mesi le cronache giornalistiche hanno posto l’accento su numerose criticità della sanità sarda. Chi indossa un camice lo sa: le notizie arrivate alle redazioni rappresentano solo una parte delle difficoltà vissute – da pazienti e operatori – all’interno delle porte dei reparti. Due temi sollevati però meritano un breve passaggio di approfondimento.

Uno riguarda il Microcitemico di Cagliari, con particolare riferimento all’Oncoematologia pediatrica. Da una parte abbiamo visto le denunce delle madri dei piccoli pazienti, che avevano come unico scopo la richiesta di aiuto e di intervento. Chiedevano, insomma, che il sistema sanitario facesse il sistema sanitario. Soprattutto in occasione dell’assenza di medici anestesisti per la rimozione dei cateteri venosi: le mancanze costringevano i bambini a lunghe attese e a gravose rinunce, in una condizione di fragilità già di per sé dolorosa. Alla loro voce si era unita proprio quella degli anestesisti rianimatori. Uno stato di cose inaccettabile, causato dallo scorporo del Microcitemico: gli anestesisti sono “prestati” dal Brotzu e non bastano, l’ospedale fa capo alla Asl 8. Un limbo che ha solo creato problemi: il Consiglio regionale ha votato per raddrizzare la stortura evidente, anche se qualcuno è riuscito ad astenersi, e le cose però non sono ancora cambiate

Molti pazienti oncologici che hanno necessità di radioterapia non riescono ad accedere alle terapie a causa della lunghezza delle liste d’attesa e sono costretti a rivolgersi altrove per potersi garantire le cure necessarie.

Le risposte dell’Assessore Carlo Doria a queste problematiche non appaiono convincenti e sembrano rivolte perlopiù a mettere in discussione la veridicità del fondamento delle doglianze dei pazienti e dei loro familiari.

Esposti in Procura e manifestazioni di piazza: reazioni estreme, da parte di chi non ha più fiducia nel sistema.

Altro argomento di rilievo salito ai disonori delle cronache riguarda i pronto soccorso: code interminabili, soccorritori del 118 bloccati per ore in attesa della presa in carico del paziente. E poi medici, infermieri e Oss costretti a turni massacranti per far fronte alle sacrosante urgenze dell’utenza. Problemi che si legano all’assenza di medicina del territorio.

A febbraio l’Assessore Carlo Doria, attraverso una delibera di Giunta, aveva ripreso il documento pubblicato dalla Conferenza Stato Regioni del 2019 relativo alle linee guida sul Triage nei Pronto Soccorso, che quindi era rimasto inapplicato per 4 anni. Si parlava dei cinque codici d’accesso per la gestione omogenea del Triage: le intenzioni sono rimaste sulla carta. A questo si collega anche la mancata attivazione del Fast track. In un momento di maggior afflusso al Pronto soccorso questo accorgimento permetterebbe un’assistenza più pronta ed efficace. Quelle immagini di sovraffollamento e di attese senza fine alle quali siamo drammaticamente abituati devono diventare solo un brutto ricordo.

Solo gli addetti ai lavori possono contribuire a migliorare le condizioni di tutti: chi lavora e chi vuole essere curato. Per questo lanciamo un appello: sediamoci insieme (politica, Aziende sanitarie, rappresentanti di medici, infermieri e Oss, associazioni dei pazienti) e troviamo insieme le soluzioni. Non ci sono altre strade. Le altre portano alla disfatta, alla negazione del diritto alla salute tutelato dalla Costituzione”.