Cagliari. “Ho una grande preoccupazione riguardo alla difficile situazione degli Operatori Socio Sanitari (OSS) nella nostra Sardegna. In un periodo in cui il sistema sanitario sardo ha fatto affidamento su queste figure cruciali durante l’emergenza COVID, molti di loro si trovano ora in una condizione di precariato che dura da oltre 3 anni”

“Gli OSS hanno dimostrato una dedizione straordinaria nel servizio alla comunità, spesso rispondendo prontamente alle chiamate, lavorando in condizioni estreme e contribuendo in modo fondamentale nel periodo di crisi sanitaria dovuto alla pandemia. Tuttavia, nonostante il loro ruolo di massima importanza, molti di loro non sono stati ancora stabilizzati e rimangono in attesa di un’assunzione a tempo indeterminato”, evidenzia Carla Cuccu, la consigliera regionale segretaria della Commissione Sanità.

Molti di questi professionisti non fanno parte di alcuna graduatoria, ma hanno acquisito un’esperienza preziosa e richiedono una soluzione immediata per la loro situazione lavorativa. La recente stabilizzazione degli OSS che hanno lavorato almeno 18 mesi tramite agenzie interinali ha escluso proprio coloro che hanno svolto un ruolo chiave durante l’emergenza COVID.

“È importante sottolineare che in Sardegna, un concorso per 54 posti è stato revocato, mentre un concorso per 57 posti è ancora attivo. Attualmente sono oltre 137 gli operatori socio sanitari che hanno richiesto la stabilizzazione.”

“La sentenza n.7780 del 7 settembre 2022 del Consiglio di Stato ha dichiarato illegittimo l’annuncio di un nuovo concorso in presenza di una graduatoria ancora valida per la stessa figura professionale. Questo rende evidente la necessità di adottare misure mirate e concrete per garantire un’assunzione stabile agli OSS che hanno già lavorato ed acquisito esperienza nei nosocomi sardi.”

“Ho depositato un’interrogazione in questi giorni, chiedendo risposte immediate al presidente della Regione Sardegna Solinas ed all’assessore alla Sanità Doria. La Regione ed ARES devono considerare con serietà questa situazione e smettere di cercare nuovi operatori socio sanitari altrove attraverso nuovi bandi. Che senso ha reclutare nuovo personale da formare quando è immediatamente disponibile un personale formato, che può essere immediatamente inserito nel circuito lavorativo della sanità in Sardegna? Si tratta di figure specializzate, che con la loro dedizione e professionalità, hanno lavorato nelle condizioni più critiche. È giusto dare priorità a loro”

“È fondamentale dare la giusta priorità a chi ha dimostrato dedizione e competenza, offrendo loro un contratto a tempo indeterminato che garantirà stabilità non solo a loro, ma anche alle loro famiglie”.