Il trend espansivo della domanda in atto dal 2022 è certo importante, ma è il livello della spesa che dà il senso del passaggio di scala che il mercato sta attraversando nell’attuale congiuntura: in otto mesi è stato superato il valore, già definito da record storico, degli importi a base di gara promossi nel corso dei dodici mesi del 2022 (1,76 miliardi).

Un valore che nell’anno in corso lieviterebbe a 13,4 miliardi considerando anche i 6 avvisi pubblicati dalla capitaneria di porto di Cagliari per affidare le concessioni demaniali trentennali finalizzate alla realizzazione ed esercizio di impianti eolici offshore, superando il livello di spesa al lordo delle analoghe 11 iniziative promosse nel 2022 (9,8 miliardi, cifra da considerarsi sottostimata in quanto per tre degli undici progetti il relativo importo non risulta noto).

Proprio per l’eccezionalità di questo dato e per la forte variabilità circa la completezza delle relative informazioni queste iniziative non sono state considerate nei numeri che definiscono livello e dinamica del mercato regionale.

Tra gennaio e agosto 2023 il mercato degli appalti per lavori pubblici in regione è quantificato in 550 gare per un importo a base di gara pari a 1,9 miliardi di euro, quantità in crescita, rispettivamente, del 40% e in valore del 95% rispetto al periodo corrispondente del 2022.

Si segnala il rallentamento registrato nel bimestre estivo; in frenata il numero di bandi e i livelli di spesa. Tra luglio e agosto sono stati promossi nell’isola 54 bandi di gara per lavori pubblici per una cifra a base d’asta pari a 246 milioni (a fronte delle 97 gare promosse nel periodo estivo 2022 quando l’importo in gara era pari a 273 milioni).

Valori che corrispondono quasi a un dimezzamento della domanda (-44%) e ad una contrazione della spesa del 10%;

Nel corso dell’anno numerosi interventi finanziati da risorse del PNRR o dal fondo complementare avevano contribuito ad alimentare i livelli di spesa (come la gara da 294 milioni per la realizzazione del Terminal Ro-Ro nell’avamporto ovest del Porto Canale di Cagliari o quella da 55,7 milioni per la costruzione e messa in esercizio di un impianto di on-shore power supply per l’alimentazione elettrica in MT di navi da crociera e di vario tipo in vari porti della Sardegna, entrambe promosse dall’Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna), mentre nei due mesi estivi si distingue la maxi gara promossa dall’ANAS per lavori sulla S.S. 291 della Nurra, in particolare per la costruzione del lotto 1 da Alghero a Olmedo in località Bivio cantoniera di Rudas e del lotto 4 tra Bivio Olmedo e aeroporto di Alghero-Fertilia, per un importo a base di gara di 183,7 milioni.

L’analisi della Cna

“Il quadro generale è ancora straordinariamente positivo – commentano Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della Cna Sardegna e presidente di CNA Costruzioni –, ma i dati più recenti mostrano alcuni segnali di allarme legati, è vero, a fattori contingenti, ovvero il necessario adeguamento delle stazioni appaltanti alle novità introdotte dal nuovo codice degli appalti. In particolare, alla qualificazione, richiesta per poter appaltare opere pubbliche di importo superiore a 500mila euro (e per acquistare beni e servizi sopra i 140mila euro), senza la quale non viene rilasciato il CIG. Si tratta di un nuovo adempimento che richiederà del tempo per essere recepito, e che si aggiunge ad alcuni nodi critici, come quello dell’effettiva sostenibilità di progetti definiti in base a prezziari ben più bassi rispetto a quelli attuali, la difficoltà di reperimento di materiali e manodopera, la complessità attuativa dei progetti del PNRR, con il carico della serrata tempistica prevista per non perdere le eccezionali opportunità di finanziamento. Tutti nodi che risultano particolarmente gravosi per i soggetti meno strutturati”.

Le dimensioni degli appalti

Nell’arco dell’intero periodo gennaio-agosto, tutte le tipologie dimensionali risultano in forte o fortissima crescita, ad eccezione dei micro-appalti sotto i 150 mila euro che, per effetto della fortissima contrazione registrata nei mesi estivi, vedono passare in negativo il bilancio di tutto il periodo. Per le altre classi dimensionali permane il quadro di un mercato caratterizzato da una accelerazione della crescita della domanda all’aumentare delle dimensioni degli appalti, passando dal +27% dei piccoli appalti, al +104% dei medio-piccoli, al 114% dei medio-grandi (da 1 a 5 milioni), fino al +139% dei lavori che superano la soglia dei 5 milioni. Simile la dinamica degli importi che risultano in crescita del 42% per i piccoli lavori, del 114% per i tagli medio-piccoli, del +126% per i medio-grandi; e in questo caso “solo” del +93% per i grandi lavori.

Guardando invece ai soli mesi estivi, è evidente come l’impatto dell’entrata in vigore delle nuove regole si sia fatto sentire soprattutto sulla fascia della domanda di dimensioni micro, con un numero di gare promosse dalla committenza locale crollato dell’81%. Si osservano però segnali di raffreddamento della domanda anche tra le gare di dimensioni più importanti, quindi appannaggio anche di soggetti ed enti più strutturati, che perde poco meno del 30% per interventi di importo superiore a un milione.

I committenti

Questo dato è confermato dall’analisi dei committenti. In tutto il periodo gennaio-agosto 2023 la crescita del mercato è stata trainata da quella degli enti territoriali, passati da 324 a 497 bandi promossi, per un importo a base di gara quasi quadruplicato, da 394 milioni a poco meno di 1,4 miliardi. Tutto negativo invece il bilancio per le grandi committenze, per la forte frenata del gruppo dell’amministrazione centrale, non compensato dalla crescita dei livelli della spesa dell’Anas e dal risultato tutto espansivo delle altre grandi committenze. Nel corso del bimestre estivo invece la flessione dell’attività risulta generalizzata a tutti i gruppi di committenti, ad eccezione del dato economico per le grandi committenze che, grazie alla maxi-gara dell’Anas, definiscono un bilancio moderatamente positivo del gruppo (+14%).

La situazione nazionale

La crescita del valore a base di gara registrata in Sardegna nei primi otto mesi dell’anno non è certo un caso isolato nel paese, contandosi infatti 10 regioni che hanno incrementato i livelli di spesa più del 40% rispetto al periodo corrispondente del 2022.

La Sardegna si colloca in quarta posizione nella classifica, superata dal Piemonte e poi da altre due regioni meridionali, Campania e Puglia. Tra le sei regioni con saldo negativo, tre sono settentrionali (Liguria, Veneto e Emilia-Romagna), una del centro (la Toscana) e due meridionali (Abruzzo e Molise).

In termini numerici una sola regione segna una contrazione della domanda, si tratta anche in questo caso di un territorio dell’Italia settentrionale, la Valle d’Aosta, mentre tra le regioni con dinamica più vivace prevalgono ancora quelle meridionali: Campania, Abruzzo, Calabria sono prima, seconda e quarta. La Sardegna si colloca in settima posizione. Le grandi regioni del nord, Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna, ma anche il Lazio, pur in un contesto di forte espansione, si collocano al di sotto della dinamica di crescita media nazionale.