Sassari, 2 novembre 2023. “In questa giornata, nella quale facciamo memoria di quanti si sono spesi per il bene comune in forme diverse, non possiamo non pensare che la morte e la vita sono un dono di Dio. E quindi nessuna potestà

umana ha l’autorità, men che meno in forme violente, di poter dire e definire quando inizia e quando termina la vita di un proprio simile”. Così l’arcivescovo di Sassari, monsignor Gian Franco Saba, in occasi

one della cerimonia di oggi in commemorazione dei defunti nel sacrario militare del cimitero di Sassari. Nel fare riferimento agli attuali scenari di guerra internazionali, Saba ha ricordato che “essi non coinvolgono soltanto alcuni territori ma interessano l’umanità intera, dinanzi ai quali nessuno di noi può dire: non mi riguarda”. In un passaggio dell’omelia Saba si è soffermato sul concetto di pace. “Non vi è persona o ruolo, sociale ed ecclesiale, che non sia coinvolto nel suo progetto di costruzione e di edificazione. Siamo qui a implorare la pace per quanti sono già morti” – ha concluso il prelato – “ma anche sull’esempio di quanti, con generosità, dedizione, coraggio e amore hanno speso la propria vita per il bene comune”. Al termine della funzione religiosa, concelebrata dal cappellano militare del Comando Brigata “Sassari”, don Pietro Murgia, le autorità hanno deposto alcune corone d’alloro sul monumento ai caduti all’interno del sacrario militare e sulle tombe dei presidenti della Repubblica Antonio Segni e Francesco Cossiga. Alla cerimonia, che ha visto schierato un picchetto d’onore interforze composto da militari della Brigata “Sassari” e dei corpi armati dello stato, erano presenti anche le Associazioni combattentistiche e d’Arma e i familiari dei militari sardi caduti in patria e nelle missioni di pace all’estero.