Cagliari. Ieri mattina, sotto il Consiglio regionale in via Roma a Cagliari, era presente anche una delegazione del Coordinamento Gallura contro la speculazione Eolica e Fotovoltaica per ribadire fermamente la contrarietà a questa nuova opera speculativa senza precedenti: centinaia i progetti presentati in Regione che comprendono più di 2769 aerogeneratori di nuova generazione, alti più di un centinaio di metri. Di questi, circa 600 ricadono in Gallura.

“È importante mettere in allerta le amministrazioni comunali del nostro territorio, che in linea di massima si dicono all’oscuro della portata della catastrofe che incombe – dichiara Agostino Peru, rappresentante del neonato comitato –. La Sardegna ha già dato abbastanza in termini di installazione di strutture per la produzione di energia elettrica dall’eolico e, nonostante ciò, più del 30% dell’energia prodotta in terra sarda finisce all’estero.”
Il Coordinamento Gallura ribadisce con forza la contrarietà a una Sardegna vista come la centrale elettrica dell’Italia o uno strumento di guadagni incalcolabili per le multinazionali di mezzo mondo. Oltre alla devastazione del suolo, si aggiunge la beffa: se questi progetti dovessero andare in porto, sull’isola non resterebbe nemmeno un centesimo. La Sardegna infatti ha già dato tanto in termini delle cosiddette “servitù”, di piani calati dall’alto: da quello industriale, a quello militare, a quello minerario e, notizia di ieri, probabilmente sede del deposito di scorie nucleari, nonostante il referendum indetto nel 2011 parlasse chiaro riguardo la non disponibilità della Sardegna in questo senso.

“Dobbiamo rendere la nostra terra libera da qualsiasi altra forma di occupazione e sfruttamento in termini coloniali – conclude Peru – e vogliamo, dove possibile, che i Comuni vadano a dotarsi di un piano energetico comunale e che le amministrazioni si rendano davvero rappresentanti delle istanze popolari a difesa della terra che calpestiamo e non porto sicuro per le mafie di mezzo mondo. La terra è nostra e deve rimanere tale, per noi e per chi dopo di noi continuerà il cammino su questa terra, che un giorno sarà libera.”