“Ho appreso dall’avvocato Rosaria Manconi il rientro in Sardegna di Tomaso Cocco. Sicuramente è una buona notizia”, commenta Irene Testa, garante delle persone private della libertà personale della Regione Sardegna che nei giorni scorsi si è mobilitata chiedendo un immediato intervento del garante nazionale in seguito al trasferimento di Cocco in Sicilia.

“Resta il fatto che bisogna capire perché una persona, il cui reato era stato declassificato, è stata trasferita fuori regione.
Quanti casi di questi ci sono? Per capirlo occorrerebbe capire cosa è successo nella vicenda di Cocco, che deve far riflettere sul rispetto del principio della territorialità della pena, non solo per i detenuti sardi che vengono trasferiti fuori dall’isola ma anche e soprattutto per quei 1000 detenuti che dalla penisola vengono portati nelle carceri della Sardegna”, chiude Testa.

Il primario Tomaso Cocco  era finito in carcere a settembre del 2023 con pesanti accuse nell’ambito dell’inchiesta Monte Nuovo condotta della Direzione distrettuale Antimafia di Cagliari. Sorprendentemente, il detenuto era stato trasferito dal carcere di Uta a Palermo, in una casa circondariale che ospita abitualmente mafiosi sottoposti al regime di alta sorveglianza.

Ora il Gip del Tribunale di Cagliari, accogliendo l’stanza dei legali, ha disposto la scarcerazione di Tomaso Cocco disponendo per i domiciliari  in una residenza di Tula.