Sassari. Negli ultimi cinque anni importazioni ed esportazioni in Sardegna hanno cambiato pelle in più di una occasione. Dopo un drastico calo nel 2020, si è verificato un periodo di crescita per due anni consecutivi, interrotto ancora una volta nel 2023. Nell’ultimo anno considerato, infatti, sia le esportazioni che le importazioni hanno registrato un decremento rispetto al loro valore commerciale. Questa l’analisi dell’ufficio Studi della Camera di Commercio di Sassari, che approfondisce i trend isolani e del nord Sardegna sul fronte delle importazioni ed esportazioni.

Disavanzo da 3 miliardi. Nel dettaglio, le vendite dall’Isola verso l’estero hanno registrato una diminuzione di 2,2 miliardi di euro rispetto al 2022, mentre gli acquisti internazionali hanno subito una riduzione ancora più sensibile, pari a 2,6 miliardi di euro. Tuttavia, nonostante questo calo, il saldo tra esportazioni e importazioni ha mostrato un miglioramento rispetto all’anno precedente. con un disavanzo di quasi 3 miliardi di euro.

L’export dei raffinati vale meno. Sul versante delle esportazioni i raffinati del petrolio valgono 5,6 miliardi di euro, 2 miliardi in meno rispetto all’anno precedente (-26,2%), e rappresentano l’83% delle vendite all’estero complessive.  E nonostante le quantità importate siano rimaste relativamente stabili, il calo dei prezzi ha influito significativamente sul valore complessivo delle importazioni petrolifere, in calo.

“L’analisi del commercio internazionale è un elemento di estrema importanza per la Sardegna, data la sua insularità e la sua vocazione all’export di prodotti di elevata qualità e all’import di materie prime e beni di consumo- dice il presidente della Camera di Commercio di Sassari e di Unioncamere regionale, Stefano Visconti-. L’analisi tiene conto delle specificità del territorio e del contesto globale in continua evoluzione. Tuttavia si rilevano oltre al settore oil, a livello sardo, interessanti settori di sviluppo come la nautica nel nord Sardegna. Oltre alla generale tenuta di filiere storiche come quella casearia che trovano spazio come di consueto sul mercato statunitense e stanno accreditandosi su altre piazze.”

Il nord Sardegna

L’interscambio commerciale complessivo del nord Sardegna nel 2023 vale circa 937 milioni di euro, 701 milioni di prodotti importati e 236 milioni di euro esportati. Le dinamiche che hanno caratterizzato i due flussi negli ultimi anni sono molto differenti. In pratica il mercato delle importazioni è caratterizzato da dinamiche meno lineari rispetto alle esportazioni.

In calo le importazioni, soprattutto di carbone. Sono circa 160 milioni in meno rispetto al 2022, con una perdita annuale del 18,6%. Il 43% del valore dei prodotti importati, pari a 303 milioni di euro, è rappresentato dal carbone. Le cui dinamiche di importazione cambiano scenario: non più importato dalla Russia, per ovvi motivi, ma bensì da Australia e Indonesia.

“Pesci e molluschi” valgono 40 milioni. Il secondo prodotto per valore importato rientra nella categoria “Pesci e molluschi conservati e lavorati” pari a 40 milioni di euro, che comunque resta in calo rispetto al 2022 (-31%). Tra i principali partner commerciali per questi prodotti, l’Ecuador rappresenta un valore di 11,5 milioni di euro, anche se in parabola discendente. Crescono le importazioni dalla Francia (10 milioni), e calano quelle dalla Spagna.

La filiera casearia si apre a nuovi mercati. Per quanto riguarda le esportazioni del Nord Sardegna, queste ammontano a circa 235 milioni, in leggerissima flessione rispetto all’anno precedente. Il dato è tra i più alti degli ultimi anni. Circa il 40% dei prodotti sardi che vengono venduti all’estero è rappresentato dai prodotti dell’industria lattiero casearia. Oltre l’80% è assorbito dal mercato statunitense per un valore di poco inferiore a 75 milioni di euro. Poi Canada e Germania. Cresce l’apprezzamento dei prodotti caseari del nord Sardegna anche nel mercato svizzero che acquistano nel 2023 oltre 2 milioni di euro, cifra nettamente superiore ai 800 mila euro del 2022.

In generale l’export scende. Cala invece l’export -35% sui prodotti chimici di base, così come sulle bevande -7%, mentre aumenta del 2% su legno e sughero. Sul fronte dei Paesi esteri scende l’export sugli Stati Uniti pari al -6,5% (caseario), e Germania (prodotti chimici) -38%.

Dal nord Sardegna alle Cayman. Un vero e proprio boom, invece, per navi e imbarcazioni. Si passa dai tre milioni di euro del 2020 ai 26 dello scorso anno. La crescita da riferimento chiaramente alla nuova presenza tra i partner commerciali delle Isole Cayman dove vengono destinati, infatti, oltre 7,5 milioni di euro di imbarcazioni: Bene anche a Malta dove il loro valore passa da 485 mila euro di venduto nel 2022 a 6 milioni di euro nel 2023 e a Panama, mercato di sbocco sconosciuto fino al 2022, sono partiti prodotti navali per oltre 2 milioni di euro.

Sintesi Importazioni ed Esportazioni Sardegna 2018-2023

Nel 2023 è stato registrato un decremento sia per le esportazioni (-24,2%) che per le importazioni (-21,3%)

Esportazioni 2023: Diminuzione di 2,2 miliardi di euro rispetto al 2022. I “prodotti petroliferi” rappresentano l’83% delle esportazioni (5,6 miliardi di euro).

Importazioni 2023: Diminuzione di 2,6 miliardi di euro rispetto al 2022. I “prodotti petroliferi” rappresentano il 77% delle importazioni (7,5 miliardi di euro).

La diminuzione del valore delle importazioni petrolifere è dovuta principalmente al calo dei prezzi del greggio.

Commercio nord Sardegna 2018-2023:

Importazioni: 701 milioni di euro (-18,6%)

• Carbone (43%) principalmente da Australia e Indonesia

• Prodotti agroalimentari (6%) da Ecuador, Francia e Spagna

Esportazioni: 236 milioni di euro (-1,1%)

• Prodotti caseari (circa il 40%) principalmente verso USA, Canada, Germania, Svizzera

• Imbarcazioni (26 milioni) verso Isole Cayman, Malta, Panama