Sassari. Pretendeva di fare una telefonata al fratello, ma questi non rispondeva e quindi un detenuto del carcere di Bancali ha scatenato l’inferno in carcere. A dare la notizia è Antonio Cannas, delegato nazionale per la Sardegna del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Sono stati momenti di grande tensione, posta in essere da un soggetto particolarmente aggressivo, di nazionalità marocchina. Non riuscendo a fare una videotelefonata (il fratello non rispondeva), pretendeva di fare una chiamata audio, senza però avere l’autorizzazione. E’ stato il direttore, poi, ad autorizzare l’uomo, anche fuori dagli orari consentiti, ma nel frattempo il detenuto si è lesionato pesantemente il corpo e poi ha colpito due Agenti”. “Da tempo il Sappe ha denunciato le criticità gestionali ed organizzative del carcere di Bancali”, conclude il sindacalista, “ma ad oggi nulla è cambiato e, nel frattempo, la situazione continua a peggiorare”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, denuncia che “la situazione al carcere di Bancali è allarmante anche perché anche nelle scorse settimane altri agenti hanno subito aggressioni da parte della popolazione detenuta. Il personale è sempre meno, anche a seguito di questi eventi ormai all’ordine del giorno. Prevediamo un’estate di fuoco se non si prenderanno immediatamente provvedimenti concreti e risolutivi. Il personale di Polizia Penitenziaria è allo stremo e, pur lavorando più di 10/12 ore al giorno, non riesce più a garantire i livelli minimi di sicurezza. Fino a quando potrà reggere questa situazione?”.
“Non è più rinviabile”, conclude il leader del SAPPE, che per questo si appella alle Autorità istituzionali e politiche, “dotare al più presto anche la Polizia Penitenziaria del taser e di ogni altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.