Rosario Cecaro con il suo allenatore Simone Cicalò

Sassari. Era già entrato nella storia dello sport sassarese quando, adolescente, partecipò alla fondazione della Dinamo nel 1960. Ma Rosario Cecaro, 80 anni, una lunghissima carriera di giornalista (La Nuova Sardegna, Rai) e di docente universitario, mai avrebbe pensato di vivere una tardiva stagione da atleta plurimedagliato, nel nuoto, dopo essere entrato la prima volta in piscina a 70 anni, per puro piacere, con l’idea di imparare davvero a nuotare, abilità che non necessariamente si possiede anche se al mare si sta a galla con decoro.

Ed ecco Rosario festeggiare le ennesime e forse più fulgide medaglie della sua carriera. Le ha conquistate poco più di un mese fa ai campionati italiani master di nuoto a Riccione (vasca da 50 metri) nella categoria M80. Argento nei 50 rana con il tempo di 59”1. Bronzo nei 100 rana con il primato personale di 2’18”. “Un terzo posto che per me vale moltissimo, più di un oro – dice Rosario Cecaro -, in una gara molto competitiva. Me lo sono davvero sudato”.

Pensate che siano state gare riservate a un pugno di appassionati? Sentite un po’. “Un’edizione record, con 4200 nuotatori dai 20 ai 100 anni – spiega Cecaro -. Sono divisi per categoria, di 5 anni in 5 anni, e la competizione è forte perché moltissimi nuotatori di alto livello decidono di passare tra i master. Anche nella mia categoria M80 ci sono ex professionisti che gareggiano da una vita. Due curiosità: io ero il più giovane e credo di essere stato il primo sardo M80 ad aver partecipato a un campionato italiano e aver preso una medaglia”.

Cecaro, tesserato per la Swim Sassari, tiene a precisare che “questi risultati si ottengono non da soli, ma con il supporto e il sostegno di tante persone. Simone Cicalò, il mio allenatore, è stato bravissimo: implacabile al punto giusto, mi ha seguito con attenzione, pazienza e affetto. Davide Pintus (che è anche nuotatore master) mi ha preparato nell’ultimo anno e mezzo (nella palestra del Torres Tennis Club). Marida Cau, la nutrizionista, mi ha messo in riga senza farmi soffrire la fame, anzi. Certo, sveglia alle 6, colazione alle 7 e piscina alle 8 e niente alcol: ma non sono stati e non sono un sacrificio. Simone Unali, fisioterapista Fisioss, mi ha sciolto i muscoli un po’ contratti. Negli ultimi mesi mi sono allenato nelle piscine di Lu Fangazzu, in un ambiente che mi ha messo a mio agio e mi ha dato serenità. Ringrazio anche il mio medico Mauro Lupino che mi ha rimesso in piedi quando, tre giorni prima di partire, temevo di dare forfait per una gastroenterite. Preziosi i consigli e il sostegno di amici e tifosi, di Stefano prima di tutti, di Matteo, e di Bruno e Graziano”.

Tutto è cominciato esattamente dieci anni fa: “Mai stato prima in piscina – ricorda Cecaro -. Ho avuto la fortuna di incontrare un istruttore, Simone Cicalò, che mi ha motivato e convinto a competere. La prima gara l’ho fatta a Olbia nel giugno 2018, era un campionato regionale. Ho esordito con due medaglie d’oro nei 50 e 100 rana, ma devo dire che in quella occasione (avevo 73 anni) ho avuto pochi competitori. Un’esperienza divertente che mi ha dato degli obiettivi”.

Simone Cicalò ha rievocato quel periodo con un post su Facebook: “Mi ero appena laureato e mi dicesti ‘Ora che non sono più il tuo prof, vorrei farti una proposta, vorrei nuotare, ti va di essere il mio istruttore?’. Bene, di anni ne sono passati, e con gli anni gli obbiettivi. Iniziammo con un semplice: ‘Guarda che a rana non sei per niente male, insisti e vedrai che ti porterò a gareggiare’. Tu ci ridevi su, ma col tempo hai capito quanto fossi serio. Ricordo la tua prima gara e l’atteggiamento, dovevi riuscire a farla, e ci riuscisti. Poi arrivarono i primi titoli, la tua voglia di imparare il tuffo e quel maledetto 50 rana da 60 secondi esatti. ‘Il prossimo obiettivo è farti diventare atleta’, e così fu. La tua testa iniziò a dire: ce la farò. E fu così che arrivarono i 59 secondi, poi 58, 57, fino a 55”.

Con la Swim Sassari (presidente Domenico Elia,  società per la quale sono tesserati quasi tutti i nuotatori master sassaresi) Cecaro ha partecipato a moltissime gare a livello regionale. “Vincevo sempre – racconta Cecaro -. A mano a mano che si va avanti con l’età diminuisce il numero dei competitori, soprattutto nella rana. Apparentemente un vantaggio, in realtà no, perché sono stato costretto a gareggiare contro me stesso, puntando non tanto a vincere quanto a migliorare i tempi”.

Subito dopo la pandemia, nel 2022, “con il mio allenatore abbiamo deciso che era il momento di confrontarsi con altri master della mia età e di partecipare ai campionati italiani a Riccione. Preparazione dura, gran forma, ma poco prima di partire un forte dolore alla spalla sinistra ha evidenziato che si era lesionato un tendine (risultato poi staccato del tutto) e un muscolo. L’intervento chirurgico era l’unica possibilità per riprendere a nuotare a livello agonistico. Sono seguiti sei mesi di riabilitazione. Ho ripreso ad allenarmi nella seconda metà del 2023 e dopo poco a partecipare alle gare regionali. Nella stagione 2024-25, alla vigilia dei miei 80 anni, sono passato di categoria e abbiamo deciso che era giunto il momento del confronto a livello nazionale, confronto vero e non più solo a distanza, misurandomi con i tempi degli altri M80 italiani”.

Le medaglie di Riccione sono cronaca fresca fresca. Cecaro è “ampiamente soddisfatto e ansioso di riprendere dopo una breve pausa. Le competizioni come questa richiedono una preparazione dura. Tutti i giorni in piscina (domeniche escluse), più due volte alla settimana in palestra.  Ho la fortuna di essere assistito da persone eccezionali, tanto più in quanto seguire un ‘atleta’ della mia età è complicato”.

Le ultime parole vanno lasciate all’allenatore, e sono quelle scritte da Simone Cicalò dopo le medaglie ai campionati italiani e rivolte a Rosario: “La tua costanza, la voglia di superare i tuoi limiti non era una mia suggestione, ma un tuo modo di affrontare questo sport. Abbiamo sentito tanto e tanti: ‘Lascia stare, ma cosa pretendi, poverino’. Trattato come un vecchio o come un atleta di basso livello da gente che non sapeva niente di te e purtroppo di sport. Quest’anno è stato da subito il nostro obiettivo, Riccione. Sul più bello la tua solita sfiga si è accanita, la gastroenterite, ma sei partito lo stesso. Ho capito una cosa: ci sono dei momenti in cui la sfiga e le difficoltà devi guardarle in faccia e caricarle a testa bassa. C’era troppo vissuto sul tuo cammino, troppa fatica per mollare così vicino al traguardo. Questo giorno è tuo, non può togliertelo nessuno, per sempre, congratulazioni campione”.