Sassari. Con una denuncia senza mezzi termini, il Comitadu Pro Sa Nurra lancia l’evento “Premio Pilato 2025” per puntare i riflettori su quello che viene definito come il «ruolo passivo» del Comune di Sassari nella gestione dell’«assalto speculativo» nella Nurra.
L’iniziativa, che si terrà il 13 agosto nella piazza del Comune alle 18:30, intende attribuire un “premio per il totale disinteresse” mostrato dalle amministrazioni comunali susseguitesi dal 2021 a oggi, di fronte a quella che viene definita una vera e propria «corsa all’oro», a scapito dell’agricoltura locale, della storia del territorio e degli interessi dei sassaresi e degli abitanti della Nurra.
Un territorio venduto al miglior offerente
Secondo il Comitadu, il Comune di Sassari avrebbe infatti lasciato «campo libero a oltre cinquanta grandi progetti di impianti fotovoltaici, eolici e agrivoltaici, per un’estensione pari al territorio di Porto Torres esclusa l’Asinara. Molti dei progetti insistono su terreni fertili e irrigabili, in zone assegnate dall’ETFAS a famiglie contadine».
La consegna del “Premio Pilato” viene argomentata con il fatto che «il Comune non ha espresso alcun parere negativo, nemmeno davanti ai progetti più assurdi – spiega Lorenzo Scano del Comitadu – anzi, in ben quindici casi, il logo istituzionale del Comune compare in bella vista nei frontespizi dei progetti”.
Tra i dati forniti dal Comitadu, emerge che la quasi totalità delle aziende proponenti ha sede fuori dalla Sardegna: Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Piemonte, persino Calabria e Basilicata e solo una ha sede a Sassari. Sempre secondo l’analisi del Comitadu gli studi tecnici sono stati redatti da professionisti provenienti da tutta Italia, ma quasi del tutto assenti sono i tecnici sassaresi: un solo agronomo locale figura tra i professionisti coinvolti. «Il mancato coinvolgimento degli agronomi del territorio è un fatto gravissimo – incalza Giusi Massidda, esponente del Comitadu – in tal modo è stato scientemente evitato qualsiasi controllo sociale e territoriale».
Le colture previste nei «cosiddetti progetti agrivoltaici» sono per lo più «prati permanenti», non colture specializzate che rispondono alla vocazione dei terreni della Nurra. In sostanza, i terreni irrigui della Nurra continuerebbero a rimanere sottoutilizzati, per trasformarli in aree industriali «a beneficio delle multinazionali dell’energia».
L’evento sarà l’occasione anche per fare il punto sugli effetti della legge regionale 20 del 5 dicembre 2024. Il Comitadu osserva che: «Sebbene la legge 20 vieti espressamente il consumo di suolo agricolo a fini industriali, c’è il rischio che venga dichiarata incostituzionale». Pertanto, spiega Piero Atzori del gruppo tecnico: «Non possiamo confidare su questa legge per salvare il territorio. Servirebbe subito una presa di posizione chiara da parte degli enti locali. Il Comune di Sassari invece da quattro anni se ne lava le mani».
Dosando ironia e critica puntuale, il Comitadu pro sa Nurra chiama insomma alla responsabilità l’amministrazione. Il Premio Pilato 2025 sarà consegnato idealmente al Comune di Sassari per il suo «esemplare disimpegno», con l’augurio che il Comune affianchi i cittadini in questa «strategica battaglia per la difesa del nostro territorio e dei nostri interessi». L’evento si preannuncia come un momento di confronto, ma anche di mobilitazione, per rimettere al centro il futuro della Nurra, oggi
più che mai a rischio svendita: «La nostra terra non è una colonia energetica — concludono gli organizzatori — Non accetteremo che decisioni prese a Milano o a Roma determinino la morte lenta dell’agricoltura nella Nurra. E chi ha il dovere di difenderla e non lo fa, deve risponderne».