Il pianista e compositore italiano è ritornato al festival Musica sulle Bocche diretto da Enzo Favata dopo l’anteprima del 7 agosto scorso all’Argentiera. Questa volta Remo Anzovino è protagonista nello scenario suggestivo all’interno della chiesa secentesca di S. Antonio in sostituzione del “grammy” Francesco Turrisi. Il pianista è uno degli autori di colonne sonore per cinema e teatro più noti in Italia e all’estero. Il suo linguaggio ricercato spazia dalla musica neoclassica al jazz. Il suo disco più recente “Atelier” pubblicato dalla Decca raccoglie 20 anni di carriera in una registrazione dal vivo nello studio dell’artista e pittore Giorgio Celiberti.

Il concerto diventa subito un happening immersivo dai tratti quasi intimi tra le mura gremite e il visual-design di I’M LET. La scaletta si apre con “Chaplin” un brano struggente dedicato a uno degli attori cinematografici più amati di sempre. Anzovino non segue le mode del momento ma compone ciò che descrive il tempo vissuto. Si tratta di storie minime che spesso rimangono chiuse nei cassetti ed aspettano del tempo prima di vedere la luce.

In questo stato di sospensione arrivano “Estasi” con la sua delicata tessitura, “On a tight rope” con le sue memorie di tango, così come l’omaggio malinconico a “Estate” di Bruno Martino. Altre ancora hanno la peculiarità di viaggiare insieme. È il caso della piccola suite divisa in cinque “stazioni” e dedicata a grandi artisti del passato. Un viaggio nel tempo e nello spazio, dai dintorni di Parigi con Claude Monet fino a Roma ai tempi di Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini. Poi verso il sud della Francia seguendo le stelle di Van Gogh (“Vincent”). Infine il nord della Francia con Paul Gauguin che sceglie di fare l’artista in Polinesia. L’ultima stazione è nel Messico di Frida Khalo. Timing, precisione, sensibilità nel catturare momenti e atmosfere: a sorpresa appare il sax di Enzo Favata in “Yo te cielo – cancion para Frida” in duetto col piano a celebrare arte e poesia, ma anche il tormento fisico e morale della grande artista.

Talvolta i tasti bianchi e neri sono accompagnati dal canto sussurrato. “Il canto ha valore di suono in tre pezzi” – spiega Anzovino – “Istanbul, dove rievoco il canto dei muezzin. Nel bis, dove in completa solitudine cito tutto il mio amore per i Wailers e Bob Marley, quindi creo il “call & response” che normalmente dovresti fare con basso e batteria e invece magicamente avviene. Invece un pochino nella prima parte, nel brano Natural Mind, che è un pezzo 5/8 e dà l’idea del villaggio africano”.

 

La prima parte della serata a Ploaghe è stata aperta dalla perfomance di 6ZURE & Liminal dal titolo “Jana’s Storm”. Il viaggio sonoro e video delle due giovani artiste sarde parte da Berlino per rientrare nel’isola. L’opera artistica condensa in una suite musicale atmosfere rarefatte, memorie sonore d’archivio. Le maree elettroniche di 6ZURE (sampling, tastiere, theremin) confluiscono nei chiaroscuri poetici delle immagini realizzate da Liminal con una action camera modificata. Il progetto delle due artiste percorre le nuove strade del sound-design e della video-arte con attenzione e grande sensibilità per le radici e la memoria. Suono, frammenti di documentari e parole incontrano le immagini sfuocate sotto la superficie del mare alla ricerca continua e inarrestabile di ricordi e tradizioni in una fusione affascinante.

 

Prossimo appuntamento di Musica sulle Bocche 2025 stasera a Chiaramonti (Castello dei Doria alle 20;30) con il quartetto guidato da Alessandro Di Liberto (piano & synth) con Laura J Marras (sax contralto), Sebastiano Dessanay (contrabbasso) e Roberto Migoni (batteria). Domani 29 agosto tappa alle Tenute Delogu – Alghero con il trio Maltana, Peghin, Favata. Si ricorda che l’evento è sold-out da alcuni giorni.