Di Daniela Piras 

Sassari. Si è aperta ieri la rassegna di concerti “Voci di donna”. Al Teatro Verdi, lo spettacolo “Caffè Chantant” ha visto Alessia Desogus accompagnata dal quartetto composto da Peppino Anfossi (violino), Simone Sassu (pianoforte), Lorenzo Sabattini (contrabbasso) e Gabriele Cau (chitarra).
Uno spettacolo, come preannunciava la dicitura nella locandina, “per evocare l’atmosfera dei cabaret parigini”. E la platea del Verdi ha accolto con piacere sia le atmosfere evocate sia la performance di Alessia.
Ironica, camaleontica e trascinatrice, la cantante sassarese ha trascinato il pubblico in un viaggio attraverso la musica internazionale, portando in scena – oltre ai brani – anche tutto il suo bagaglio artistico. Capace di interpretazioni personali e coinvolgenti, in quasi un’ora e mezza di spettacolo il “Caffè Chantant” da lei condotto ha fatto tappa nelle grandi voci della musica internazionale.

Alessia Desogus si è trasformata più volte: ogni brano e ogni atmosfera sono stati curati con gusto e precisione. Così, da Je ne veux pas travailler dei Pink Martini a It’s wonderful di Paolo Conte, passando per Why Don’t You Do Right? (Amy Irving, alias Jessica Rabbit), il palco del Verdi si è trasformato prima in un caffè parigino, poi nel set cinematografico di French Kiss e infine nel club “Ink and Paint” di Los Angeles, dove Jessica Rabbit stordiva tutti con il suo fascino.
Volendo trovare altri riferimenti, si potrebbe andare avanti per pagine e pagine. Ciò che più mi interessa raccontare, invece, è che lo spettacolo inaugurale di questa stagione di “Voci di donna” ci ha mostrato come l’arte e la cultura possano essere portate in scena con leggerezza, senza inibirne la sostanza e il valore, e che il gioco ironico – condotto magistralmente da Alessia Desogus – è un modo di vivere e apprezzare un mondo magico, necessario per perdersi (e ritrovarsi più leggeri) in un mondo non sempre facile.

Uscendo dal teatro, il pubblico si è portato con sé non solo le emozioni di un concerto eccelso – riuscito grazie anche al quartetto di esecutori di altissimo livello, «senza i quali lo spettacolo non sarebbe stato possibile», come ha precisato la stessa Desogus – ma anche un sorriso.

La rassegna prosegue il 20 novembre con la celebrazione di un’artista internazionale della musica contemporanea, Amy Winehouse, con “Io e Amy”.
Lo spettacolo-concerto, ideato e scritto da Paolo Putzu, vede in scena Stefano Ledda – anche regista – e MaNul (Manuela Loi) alla voce, con Virgilio Atzori al basso, Pier Paolo Cardia al pianoforte, Melania Lai e Chiara Faedda ai cori, e la partecipazione straordinaria del percussionista dell’Orchestra di Piazza Vittorio Ernesto Lopez Maturell.