Martis. Si è conclusa sabato 29 novembre l’edizione 2025 di Ethno’s Festival Letterario a Martis, dopo diversi incontri, mostre e spettacoli che hanno esplorato il tema “Libertà e Liberazione”. L’evento ha confermato ancora una volta la sua capacità di coniugare talenti nazionali e internazionali, letteratura, musica e performer, rivelandosi capaci di convogliare diverse fasce di pubblico.
La chiusura del festival è stata anticipata dal successo dell’inaugurazione, venerdì 28 novembre, della mostra personale Il giorno ha una notte piena di stelle di Giuseppe Mulas, a cura di Eleonora Angiolini, ospitata negli spazi dell’ex Museo Paleobotanico di Martis. Realizzata in collaborazione con la Pinacoteca Contemporanea di Laerru, l’esposizione segna il ritorno in Sardegna dell’artista, formatosi a Torino, dopo numerose esperienze in contesti istituzionali nazionali e internazionali. Per la prima volta, Ethno’s ha affiancato al programma letterario un progetto di arti visive, ampliando il dialogo tra linguaggi.
La curatrice Angiolini spiega: “Le opere di Mulas si legano perfettamente alla narrazione fiabesca già presente a Martis, indagando il sogno come spazio interiore e lo scenario domestico con intensa dimensione affettiva. La mostra propone un dialogo tra grandi tele e opere più intime, offrendo una visione stratificata della poetica dell’artista.” L’esposizione sarà visitabile fino all’8 gennaio 2026, nei weekend e su appuntamento negli altri giorni.
Sabato 29 novembre il festival ha proposto una serata intensa tra musica e parole con A Gola Storta – Plaudicanto per Stefano Benni, concerto-recital di Alessandro Carta, cantautore e performer noto nella scena underground sassarese. Le musiche di Fausto Mesolella hanno accompagnato le poesie e i testi di Benni, artista libero nel pensiero e nella parola, capace di unire surrealità e impegno sociale, in un percorso tra ironia, riflessione e immaginazione. In scena, Carta ha proposto – tra gli altri – brani tratti da La compagnia dei Celestini e Dancing Paradiso, dando voce a un universo narrativo sospeso tra tempo, memoria e fantasia.
A seguire, Ethno’s ha accolto Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo per la presentazione del loro progetto inedito Il dominio della luce: un’opera multiforme che intreccia musica strumentale e parola scritta in un libro corale nato dalla collaborazione di musicisti, scrittori, artisti, filosofi, registi e attori. Insieme a loro, oltre al tastierista Gabriele Angelini, figlio di Roberto, è intervenuto anche Sandro Bonvissuto, mentre la componente visiva è stata affidata a Gianluigi Toccafondo.
Nel salutare il pubblico, Rodrigo D’Erasmo ha definito il Festival Letterario Ethno’s “un’esperienza di vera resistenza culturale”, complimentandosi con gli organizzatori per la qualità e la forza del progetto; un apprezzamento condiviso anche nelle scorse settimane da Roberto Mercadini e Debora Villa, tra gli ospiti più noti di questa quinta edizione. Un riconoscimento importante, soprattutto per una realtà piccola e coraggiosa come Martis, comune che non raggiunge i 500 abitanti, e che grazie a segnali come questi trova nuova energia per continuare il percorso del festival, che nel mese di novembre ha animato il territorio con numerosi appuntamenti.
Il dominio della luce, immaginato da oltre vent’anni da D’Erasmo e Angelini e registrato “in soli tre giorni” – come ha raccontato con ironia D’Erasmo – si presenta come un’opera collettiva dal forte valore simbolico, costruita attorno all’idea della luce come forza che resiste, riaffiora e si riafferma contro le tenebre, in un costante gioco di equilibri tra chiarori improvvisi e zone d’inquietudine. Un immaginario che risuona in modo evidente con l’attuale situazione storico-politica, segnata da incertezze, conflitti ancora aperti e dalle conseguenze sui popoli che ne sono stati colpiti, generando una diffusa sensazione di smarrimento rispetto alla direzione che il mondo sembra aver imboccato.
Il violino di D’Erasmo e la chitarra di Angiolini hanno accompagnato il numeroso pubblico del Centro Polivalente Migaleddu in un clima fiabesco e sognante, tra paesaggi sonori sospesi, delicate tensioni interiori e improvvisi bagliori emotivi. Sul palco, nel segno della “chiamata alle arti”, lo scrittore Sandro Bonvissuto, oltre a leggere il suo contributo letterario – un racconto che gioca tra ricordi d’infanzia e presente, tra sensazioni reali e traumi emotivi postumi –, ha prestato la voce anche ad altri artisti che hanno collaborato all’opera, ampliando ulteriormente la trama di rimandi.
Quella di sabato è stata l’ideale chiusura di una ricca edizione, di alto livello intellettuale e artistico. Una simbolica chiusura di un percorso lineare che ha affrontato il tema delle libertà su più fronti, offrendo una riflessione generale su ciò che rappresenta la forza stessa della libertà e il coraggio di scegliere il modo in cui poter essere liberi.
Un viaggio onirico nell’oscurità – nel blues che è oscurità – come ha detto Angelini, e proprio mentre si parlava di ombre e della fatica di risalire verso la luce, persino qualche piccolo problema tecnico in sala ha assunto un valore quasi simbolico, finendo per rendere ancora più evidente quanto sia difficile, e insieme inevitabile, il gesto di emergere dal buio per cercare la luce.
Tra gli omaggi musicali, quello a Nick Drake e a Vittorio Camardese, medico lucano di Potenza che aveva inventato un personale modo di suonare la chitarra con la tecnica del tapping, in un piccolo e prezioso dialogo ideale tra due visioni musicali lontane eppure sorprendentemente affini. La chiusura è arrivata con Eterno presente, brano del fisico Fabio Peri contenuto nel libro del progetto, un saluto finale dal forte messaggio di positività, “Una luce capace di attraversare il tempo. Anche noi siamo un fascio di luce. Anche noi siamo fatti di luce”, che ha saputo ricomporre in un unico gesto poetico e quasi scientifico tutto il senso del progetto, lasciando al pubblico non una risposta definitiva, ma una sensazione persistente di attraversamento, come se quella luce, per un istante, avesse davvero trovato il modo di passare.
L’edizione 2025 di Ethno’s Festival Letterario è stata organizzata dall’Associazione Elighe, con il contributo della Regione Sardegna, della Camera di Commercio di Sassari (programma Salude&Trigu), dell’Unione dei Comuni dell’Anglona e della Bassa Valle del Coghinas e del Comune di Martis, confermando il suo ruolo di spazio di incontro culturale e riflessione collettiva. L’appuntamento, ora, è per il 2026.


