(Adnkronos) – Grande Fratello e Isola dei famosi, in arrivo novità per quanto riguarda le prossime edizioni. Ad annunciarlo Pier Silvio Berlusconi, ad di Mfe-Media for Europe, durante il tradizionale incontro di Natale con la stampa, che si è tenuto mercoledì sera negli studi di Cologno Monzese.
“La decisione se fare o meno il Grande Fratello la prossima primavera la prenderemo a brevissimo, entro la prossima settimana. Per quanto riguarda ‘L’Isola del Famosi’, a oggi non è previsto il ritorno in primavera”, ha affermato. “Pensiamo – ha spiegato Pier Silvio Berlusconi – che forse sarebbe più giusto e prudente dare al GF un po’ di tempo per riposare. Sono onesto se dico che è una macchina che si deve rinnovare e che per rinnovarsi c’è bisogno tenere calda la fiamma”. Del resto, ha osservato, “quando un progetto viene messo da parte, tranne rarissimi casi tipo ‘La Ruota’, poi è molto difficile riaccenderlo”. Dall’altro lato, però, “noi viviamo anche di una struttura di palinsesto, siamo una tv commerciale e avere a disposizione un prodotto che comunque consente di fare tutte quelle serate e che fa un risultato dignitoso, per Canale 5 è abbastanza importante. Quindi entro dieci giorni decideremo se fare o no il Grande Fratello”.
Quanto all’Isola del Famosi’, invece, “per una serie di motivi, ritardi nella decisione del Grande Fratello e la formula da rinnovare, a oggi non è previsto il ritorno in primavera. Tornerà quindi il prossimo autunno o, nel caso di spostamento in avanti del Gf, nella primavera successiva”. E poi, ha concluso l’ad, “stiamo aspettando di vedere l’evoluzione che il produttore Banijay Endemol sta preparando per il Grande Fratello. Perché, anche se riconosco lo sforzo fatto da tutti, ma va evoluto. Io non dico ‘no’, onestamente non ho visto niente di così criticabile, ma bisogna fare di più e va profondamente evoluto. Al di là della struttura di palinsesto c’è una questione di evoluzione che dovremo valutare entro settimana prossima”.
“Il 2025 per Mfe è stato un anno straordinario, dopo un 2024 che già era stato eccezionale. Oggi non siamo più quello che eravamo prima, oggi siamo un’altra cosa. Siamo riusciti, con sette anni di lavoro, di determinazione e di coraggio a dare al nostro gruppo una nuova dimensione”, ha sottolineato Berlusconi aggiungendo: “Oggi siamo davvero una multinazionale, l’unica multinazionale italiana del settore media. E questo è un dato importante”. L’ad di Mfe ha quindi spiegato le strategie seguite dal Gruppo per raggiungere questo risultato: “Abbiamo lavorato su tre linee strategiche molto semplici e molto dritte da alcuni anni”. Cosa che, ha aggiunto, “è un segno di coerenza”. Le tre linee sono: “il prodotto, lo sviluppo di un sistema cross-mediale e la crescita internazionale”.
Per quanto riguarda il prodotto, nel periodo 2019-2025, “i risultati su tutto il pubblico italiano nelle 24 ore, aggiornati al 6 dicembre, vedono una share salita al 37,5%, contro il 35,8% della Rai. Siamo -rimarca- il primo editore e, per il terzo anno consecutivo, abbiamo superato la concorrenza del servizio pubblico. Anche se – ha puntualizzato – la cosa poco ci interessa perché la gara la facciamo con noi stessi soprattutto a livello di contratti pubblicitari. Ed è bello vedere questa tendenza. Cresciamo in controtendenza rispetto alla maggior parte degli altri broadcaster, frutto di un lavoro profondo, oltre che il segnale che ad oggi siamo l’editore televisivo più moderno, con un’offerta che resiste più degli altri editori”.
In ogni caso “sul risultato finale del 2025 restiamo positivi: non mettiamo in discussione di fare un utile più alto dell’anno scorso e di avere una distribuzione dividendi simile a quella dello scorso anno”, ha detto ancora Berlusconi aggiungendo: “Sul quarto trimestre non siamo in condizioni di fare previsioni perché il momento economico, e quindi del mercato della pubblicità in Italia, in Spagna e in Germania è complicato. Non è, da un punto di vista di mercato tv, un bel quadrimestre. Tutti e tre i Paesi vedono un deciso calo, la Spagna ha toccato -10%, in Germania siamo intorno a -8%, in Italia è un meno molto più piccolo, intorno al 2%.
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