Sassari. In una mattinata carica di emozione, il Natale ha trovato una strada speciale per entrare in ospedale: quella delle voci limpide e sincere dei bambini.
Circa cento piccole alunne e alunni della Scuola dell’Infanzia della Fondazione Figlie di Maria, di età compresa tra i 3 e i 5 anni, hanno regalato ieri, 15 dicembre, un momento di autentica gioia nei presidi ospedalieri dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, portando con sé sorrisi, canzoni e un messaggio di vicinanza e solidarietà.
L’iniziativa, dal titolo “Canti di Natale in ospedale”, nasce come progetto speciale per il periodo natalizio con l’obiettivo di offrire conforto, serenità e un segno tangibile di umanità a chi è costretto a trascorrere le festività lontano da casa. Nella loro semplicità e spontaneità, le giovani voci delle bambine e dei bambini hanno saputo trasformare spazi di cura in luoghi di emozione condivisa.
Il percorso musicale si è sviluppato in tre tappe itineranti: la prima all’esterno del Palazzo Clemente e la seconda nell’area antistante il Materno Infantile in viale San Pietro e l’ultima di fronte all’ospedale Santissima Annunziata in via Enrico de Nicola. In ciascun punto, i piccoli cantori si sono fermati per intonare brani natalizi, creando momenti di ascolto e partecipazione che hanno coinvolto pazienti, familiari e operatori sanitari.
Ad accompagnare i bambini in questa esperienza speciale sono state le insegnanti Maestra Betty, Maestra Nerea (di madrelingua spagnola), Maestra Laura, Maestra Monica, Maestra Chiara, Maestra Carla, Maestra Anna e Maestra Colleen (di madrelingua inglese), insieme alle assistenti Barbara, Silvia e Valeria.
Il repertorio proposto era costituito da canti natalizi tradizionali come “È già Natale”, “Giro giro tondo Natale”, alcuni bilingue, in italiano e inglese, come “Little Snowflake” e “Merry Christmas Buon Natale” e infine “We Are the World” il famoso brano pop internazionale scritto e musicato nel 1985 da Michael Jackson e Lionel Richie.
Un piccolo gesto, ma dal grande valore simbolico: perché il Natale, quando passa dalle mani – e dalle voci – delle bambine e dei bambini, riesce a parlare direttamente, ricordando a tutti che la cura passa anche dall’ascolto, dalla condivisione e da momenti di serenità.

