Daniele Serra e Maria Amelia Lai

L’ennesimo aumento del costo del carburante sta andando a incidere sul futuro delle circa 2.300 imprese dell’autotrasporto in Sardegna, di cui 1.500 artigiane, sugli oltre 4mila dipendenti, sulla
movimentazione dell’80% delle merci di tutto il territorio isolano, e, di riflesso, sull’attività delle imprese sarde, soprattutto quelle più piccole.

Infatti, il prezzo del gasolio è arrivato a 2 euro al litro e negli ultimi due mesi il suo costo è aumentato del 12 per cento, con un trend in crescita di 1,5 centesimi al giorno.

Secondo una rilevazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato, in Italia i prezzi alla pompa dei carburanti rimangono tra i più elevati in Europa: siamo al 6° posto nell’Ue a 27 sia per la benzina che per il gasolio. I rincari, per la benzina, sono stati del 14,4% rispetto allo scorso anno, mentre per quelli del gasolio l’aumento si ferma al 2,7%. In Italia il prezzo dei carburanti alla pompa supera del 6,6% la media dell’Ue a 27.

“Considerato che la spesa per i carburanti incide sul totale dei costi per il 30% – commentano Maria Amelia Lai e Daniele Serra, Presidente e Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – se il prezzo del gasolio continua a salire, rischia di venir meno il guadagno”.

“Per questo a livello nazionale – prosegue la Presidente Lai – abbiamo sollecitato interventi per tenere sotto controllo i prezzi ed evitare speculazioni ma anche per ridurre la componente fiscale. Infatti, in
valore assoluto, l’Italia presenta la più elevata tassazione sui carburanti tra i 27 paesi dell’Ue: pesa per il 53,4% del prezzo alla pompa, superiore di oltre tre punti percentuali al 49,8% dell’Eurozona”.

Secondo le analisi di Confartigianato Trasporti, secondo le migliori performance aziendali, ormai la marginalità delle aziende dell’autotrasporto non supera il 4%.

“Il problema è che le aziende, dell’autotrasporto e di tutti gli altri settori – sottolinea Daniele Serra, Segretario Regionale di Confartigianato Sardegna – non riescono più a “spalmare” gli aumenti, fino a ora tenuti al minimo e suddivisi tra aziende, committenti e utenti finali. Il rischio è che quelle realtà meno strutturate, potrebbero non farcela a reggere il secondo inverno con i costi così elevati e con i ricavi così limitati”.

Ed è con questi presupposti che Confartigianato Trasporti, insieme ad altre Organizzazioni di Categoria riunite nella sigla UNATRAS, ha scritto al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, per esprimere contrarietà nei confronti dei tagli al settore e sollecitare la risoluzione delle questioni urgenti per l’autotrasporto chiedendo un incontro in tempi brevi.

Nello specifico nella lettera Confartigianato Trasporti e le altre Associazioni, scrivono come sia “inaccettabile il taglio lineare imposto dal MEF per un importo pari a 37 milioni di euro a valere sul
capitolo degli incentivi per la sostituzione ed il rinnovo del parco veicolare relativo all’annualità 2021, dopo che le imprese hanno effettuato e rendicontato investimenti per la transizione ecologica e a favore dell’ambiente, contando su risorse previste da una legge dello Stato. È indispensabile recuperare queste risorse e pagare alle imprese quanto loro dovuto”. “Inoltre – continuano gli Autotrasportatori nella missiva – è necessario intervenire affinché si garantisca la messa a disposizione a favore del MIT della necessaria cassa per il pagamento delle somme dovute alle imprese che hanno utilizzato il Gnl”. Poi l’allarme per il caso carburante: “L’aver superato la soglia di oltre 2 euro per litro di carburante è
insostenibile per le migliaia di imprese del comparto tra le quali si sta diffondendo forte preoccupazione – concludono le aziende – ed è necessario evitare che si alimentino tensioni per l’impossibilità di
continuare ad operare. Sul tema, ribadiamo la netta contrarietà verso soluzioni che prevedono tagli generalizzati delle accise alla pompa, che avrebbero un pesante effetto distorsivo sul mercato dell’autotrasporto. Infatti, reputiamo necessario intervenire con interventi selettivi come i crediti d’imposta verso gli operatori professionali, per mitigare gli effetti degli aumenti esorbitanti del costo del gasolio”.