Negli ultimi mesi, i Carabinieri della Compagnia di Ozieri (ss) – in sinergica cooperazione con gli altri reparti speciali dell’Arma operanti sul territorio – hanno rafforzato l’attività di contrasto alla produzione

ed al traffico delle sostanze stupefacenti ed in particolar modo delle piantagioni di canapa sul territorio del Monteacuto; così procedendo, una parte dell’attenzione investigativa è stata rivolta all’altopiano di Buddusò: una vastissima zona rurale ricca di corsi d’acqua, antiche sugherete ed ampie aree colonizzate dal cisto e dal lentischio, campagne difficilmente percorribili e dove perdersi è molto facile se non si è abituati alla vita di campagna.
Proprio in tale difficile contesto ambientale – in due distinte operazioni – i militari del Nucleo operativo di Ozieri ed i loro colleghi della Stazione di Buddusò hanno iniziato una certosina raccolta di informazioni che ha portato all’individuazione di due importanti siti campestri in cui, lontano da occhi indiscreti, sono state individuate le piante di canapa; una volta accertata la presenza delle piantagioni, si sono rivelate fondamentali le collaborazioni con i militari del 10° Nucleo elicotteri di Olbia (ss) e dello Squadrone eliportato “Cacciatori di Sardegna” di Abbasanta i quali, mettendo in campo le loro particolari capacità tattico-operative e gli speciali mezzi in dotazione, hanno consentito l’affinamento delle osservazioni e la raccolta di ulteriori dati.

All’alba dello scorso 11 settembre, in località “Sa Zura”, è così scattata la prima operazione che ha visto il coordinato intervento dei Cacciatori di Sardegna, di un elicottero e dei militari delle stazioni di Buddusò ed Alà dei Sardi che, sotto la guida dei colleghi del Nucleo operativo, hanno rinvenuto e sequestrato 1.007 piante di canapa dell’altezza di un metro circa e già essiccate, 2.000 metri di tubi in polietilene, un’autoclave a motore e tre cisterne per un volume complessivo di 12.000 litri d’acqua. Al termine delle operazioni di sradicamento, sono state deferite all’autorità giudiziaria tre persone originarie del paese.

La seconda operazione, compiuta ad un mese esatto dalla precedente, ha interessato la località “Sas Serradinas”, lungo la direttrice Buddusò/Osidda: all’alba dello scorso 11 ottobre, oltre 40 militari delle Stazioni Carabinieri di Buddusò, Alà dei Sardi, Pattada, Ozieri, Nughedu San Nicolò, Ittireddu, Oschiri e Ozieri – coadiuvati da due squadre dei Cacciatori di Sardegna e da un mezzo da trasporto speciale del 9° battaglione Carabinieri “Sardegna” di Cagliari – hanno circondato una vasta superficie campestre difficilmente raggiungibile con i mezzi fuoristrada e, nascosti tra la folta vegetazione, hanno rinvenuto ben cinque diversi lotti di terreno interamente occupati da piantagioni di canapa: piante a perdita d’occhio per diverse centinaia di metri, alte fino a 2 metri, tutte fiorite e con le infiorescenze in ottimo stato di maturazione; i diversi appezzamenti, protetti da recinti elettrificati per la dissuasione dei selvatici o del bestiame vagante, erano tutti serviti da un ingegnoso sistema di irrigazione a goccia che era stato collegato ad uno scambiatore idraulico pressurizzato per la concimazione dell’acqua irrorata ed era governato da una centralina elettronica autoalimentata con controllo da remoto per l’attivazione delle elettrovalvole che erano agganciate, tramite un allaccio abusivo, alla condotta “Abbanoa” proveniente dalla diga di “Sos canales”.
Sul posto, ben nascosti tra gli anfratti rocciosi, venivano rinvenuti – oltre a sacchi di concime per piante resinose, alcuni atomizzatori/pompe manuali spalleggiabili ed altri attrezzi per la cura delle piante – anche 37 sacchi di plastica trasparente contenenti infiorescenze già essiccate per un totale di oltre 38 chilogrammi.
Al termine di due lunghe giornate, in aggiunta ai predetti sacchi, venivano sradicate 8.520 piante (altezza variabile da 80 a 200 cm) e sequestrati circa 9.000 metri di tubi da 16 e 50 mm., 2.500 metri di filo per metallico per recinzioni elettrificate, centinaia di isolatori e paletti in ferro, una centralina wii-fi/bluetooth ed altra attrezzatura minuta; il trasporto di tutto il materiale veniva quindi affidato ad un mezzo militare cassonato per il trasporto tattico, l’unico in grado di percorrere i terreni scoscesi sino alle piantagioni estirpate.