Domenica 29 ottobre su Rai3, alle 23.15, la quarta puntata della docuserie Rai dedicata ai disturbi del comportamento alimentare. Protagonisti le giovani e i giovani ospitati dalla struttura sarda che rappresenta una delle eccellenze italiane nella cura di queste patologie.

È ambientata nella comunità Lo Specchio DAN di Domusnovas, in Sardegna, la quarta puntata della serie ‘Fame d’amore’, che andrà in onda domenica 29 ottobre su Rai3 alle 23.15. La docuserie, giunta alla quinta edizione, racconta i Disturbi del Comportamento Alimentare e altre condizioni psicologiche che toccano i più giovani. Nel programma Francesca Fialdini narra vicende di ragazzi in difficoltà, dando voce anche a persone a loro care e ascoltando le parole di terapeuti, psichiatri e psicologi.

La Rai ha così deciso di raccontare la cura dei disturbi alimentari scegliendo una struttura che rappresenta una delle eccellenze italiane nella cura dei disturbi alimentari e che, sin dalla sua nascita, è riuscita a coniugare professionalità e umanità.

Nel corso della puntata si potranno apprezzare le varie attività che i pazienti ricoverati a Lo Specchio DAN di Domusnovas svolgono con l’obiettivo di ricostruire il loro benessere e il legame con la vita che meritano vivere. “Siamo contenti che la Sardegna e il centro Lo Specchio DAN diventino sempre più un punto di riferimento per l’accoglienza e la cura delle persone che soffrono di disturbi alimentari in tutta Italia. Siamo nati piccoli ma con grandi sogni, ed oggi questi sogni hanno ali e raggiungono tante persone anche grazie alla Fialdini e al suo programma”, dichiara Giovanna Grillo, Presidente e Responsabile legale de “Lo Specchio”.

Il tratto distintivo dell’approccio terapeutico praticato nel centro di Domusnovas è la multidisciplinarità e la presa in carico a 360° del paziente, che viene accolto in una vera e propria comunità-famiglia ed è sostenuto anche in vista di un futuro reinserimento lavorativo. A questo fine sono molti i laboratori di formazione proposti: orto, cucina, panificazione, giardinaggio, sartoria, teatro, musica, oltre ai corsi di pizzaiolo e agronomo, alle attività educative di cultura generale e ai percorsi di cinematografia. Per i minori è invece prevista la frequenza della scuola pubblica. La persona è al centro del lavoro, mentre la psicoterapia e la riabilitazione nutrizionale sono integrate in modo costante, con lo scopo di migliorare l’equilibrio psicofisico di ogni ospite.

In onda a partire dallo scorso 8 ottobre, ‘Fame d’amore’ prevede un totale di 8 puntate. Analizzando specifici casi di Disturbi del Comportamento Alimentare e altre condizioni psicologiche, la docuserie illustra le radici di tali malesseri: il bisogno d’amore, innanzitutto; l’ansia, la depressione, le dipendenze da alcol e droga, i disturbi borderline e bipolari, la disforia di genere. Ogni episodio segue il percorso di 3 o 4 giovani, a partire dall’identificazione del loro disagio e dalla comprensione delle loro sofferenze fino alla strada verso la guarigione e la rinascita. Oltre alle parole dei giovani protagonisti, si possono dunque ascoltare le voci di persone a loro care e vicine (dai genitori agli amici) e quelle di terapeuti, psichiatri e psicologi, di strutture pubbliche o private, ospedali o comunità. Con la regia di Andrea Casadio e Marco Tursi, sono portate sul piccolo schermo storie molto dure, ma che quasi sempre possiedono le chiavi per poter guardare al futuro con ottimismo.

Francesca Fialdini insieme al dott. Leonardo Mendolicchio medico psichiatra direttore scientifico della docuserie e della comunità “Lo Specchio”, guidano gli spettatori attraverso le delicate vicende di giovani che soffrono di Disturbi del Comportamento Alimentare; storie di chi si scontra con un malessere mentale, ampliando il proprio raggio d’azione per indagare anche le dinamiche familiari. La narrazione di “Fame d’amore” non vuole sentenziare, ma ascoltare la voce di pazienti, medici e operatori di supporto, al fine di evidenziare i momenti cruciali dei percorsi di recupero.

Oggi, in Italia, sono 17 milioni gli individui che affrontano problemi psicologici che si manifestano entro i 25 anni di età, anche se troppe volte i giovani preferiscono tacere, sommersi dalla vergogna. L’obiettivo del programma è dare voce a questi giovani, facendo comprendere che tali problematiche possono essere superate, innanzitutto attraverso il dialogo e il coraggio di saper chiedere aiuto.