Sassari. Si è tenuta nei giorni scorsi la seconda edizione del Festival di Musica Acusmatica organizzata dal Liceo Musicale Azuni di Sassari e dall’associazione culturale “Amici della Musica” di Cagliari.
L’evento si è svolto nell’arco di quattro giornate nell’auditorium della sede di via de Carolis dell’istituto sassarese, sotto la direzione artistica del compositore e pianista Lucio Garau e con il coordinamento del professor Marco Dibeltulu, docente di tecnologie musicali del liceo cittadino.
A esibirsi in veri e propri concerti sono stati Riccardo Sarti, programmatore e docente di informatica musicale presso il conservatorio di Sassari, il compositore e sound designer Giovanni Magaglio e gli stessi Marco Dibeltulu, che è anche un compositore elettroacustico, e Lucio Garau, docente di pianoforte presso il conservatorio di Palermo.
Quella acusmatica è una musica elettroacustica fissata su un supporto audio, creata per essere diffusa tramite altoparlanti e talvolta definita “cinema per le orecchie”, che prende il nome da un termine utilizzato per la prima volta nel 1966 dal compositore francese Pierre Schaeffer nel suo libro “Traité des Objets Musicaux”.

L’origine di questa denominazione risale alla parola greca “akusmatikoi”, che nella scuola pitagorica indicava la pratica dei discepoli di ascoltare Pitagora mentre parlava da dietro un velo per concentrarsi sulla sua voce senza essere distratti dalle immagini.
“Nella musica acusmatica – spiega il professor Dibeltulu – il velo è rappresentato dall’altoparlante e infatti dal 1974 il suono viene diffuso dall’ “acousmonium” ideato dal compositore francese François Bayle, detto anche “orchestra di altoparlanti”, ovvero un insieme di casse acustiche distribuite nel luogo del concerto”.
Durante un’esecuzione di musica acusmatica, l’interprete diffonde il suono nello spazio e ne controlla l’intensità, i contrasti e la densità attraverso dei potenziometri da una consolle collocata vicino al pubblico, in una sala tenuta nella semioscurità o lievemente illuminata da luci teatrali.
In occasione del secondo appuntamento con il festival è stato utilizzato il sistema “8.2Alma”, un acousmonium del Liceo Musicale Azuni inaugurato lo scorso anno e chiamato così dal professor Marco Dibeltulu d’accordo con i suoi studenti, composto da otto altoparlanti identici più altri due per le frequenze gravi e disposto intorno agli ascoltatori proprio per raggiungere con il suono la loro anima.