Sassari. Il tasso di crescita del terzo trimestre 2023 ha registrato un risultato positivo nella totalità delle regioni italiane. Tuttavia la Sardegna evidenzia in questo periodo, un tasso di crescita nettamente al di sotto della media nazionale (+0,16% contro +0,26%). Mantenendo invece un trend superiore se si considerano i primi nove mesi dell’anno (Sardegna + 0,66%, Italia +0,60%).

Da inizio anno a livello nazionale si contano oltre 240 mila iscrizioni, circa 3 mila in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e in calo di oltre 15 mila rispetto ai primi 9 mesi del 2021. Dal lato delle cancellazioni le 204 mila istanze risultano superiori sia al 2021 che al 2022 e nettamente inferiori alla media degli anni pre pandemici quando si registravano 240/250 mila cessazioni d’ufficio.

A fine settembre 2023 in Sardegna, come evidenzia il report dell’ufficio studi della camera di Commercio di Sassari, sono presenti 145.061 imprese attive, circa 1.000 in meno rispetto alla stessa data dell’anno precedente. In questo senso è ben evidente il forte contributo del comparto primario che mantiene costantemente circa un quarto delle imprese totali.

Tuttavia da settembre 2022 a settembre 2023 si segnala una riduzione di oltre 600 imprese dell’agricoltura (una flessione del 1,8%). Fa peggio, in valori assoluti, solo il commercio che perde, nel periodo analizzato, 785 iniziative imprenditoriali. Il comparto del commercio detiene il 24% delle imprese totali, dato continuamente in discesa.

Sensibile calo anche nel settore industriale, il peggiore in termini percentuali, che riduce la propria base imprenditoriali di 259 attività. L’industria manifatturiera a distanza di un anno, conta una riduzione di 54 imprese nella fabbricazione di prodotti in legno e sughero (-4,6%), 59 in quella legata alla lavorazione del metallo (-3,6%) e 43 in meno nelle industrie alimentari (-2,2%). Fa notizia il rallentamento della crescita della numerosità delle imprese del comparto edile. Dopo il poderoso slancio delle costruzioni avvenuto nei primi anni dei «bonus», gli aiuti sembrano aver perso i loro effetti positivi. Infatti, se tra il 2020 e il 2022 le imprese delle costruzioni sono salite di oltre 300 imprese annuali, negli ultimi 12 mesi analizzati la crescita è stata di sole 21 attività. Sorride, come ormai da diverso tempo, il variegato mondo dei servizi. Con quasi il 20% delle imprese totali questo comparto presenta a fine settembre poco meno di 27 mila iniziative, 565 in più rispetto allo stesso mese del 2022. A trainare l’espansione sono in particolare le attività professionali e scientifiche (+149 unità), quelle di noleggio e servizi alle imprese (+141) e quelle immobiliari (+119).

Attraverso il confronto dei dati rilasciati a settembre 2022 con quelli del 2023 si assiste a fronte di una contrazione delle imprese e un aumento di oltre 6.000 addetti. I «Servizi» comandano la crescita con 3.500 addetti in più, seguiti dalle attività legate al «Turismo» (+2.563), in questa analisi rappresentati da «Alloggio e Ristorazione».

Entrando nel dettaglio dei «Servizi» crescono principalmente gli addetti delle attività di «informazione e comunicazione» (+955 occupati), quelli dei «servizi alle imprese e di noleggio» (+946 unità, 452 delle quali riguardano la ricerca e la selezione del personale) e gli occupati nella «sanità e assistenza sociale» (+675). Nella ristorazione si registra una espansione di oltre 1.500 addetti e nelle attività legate all’alloggio circa 1.000 occupati in più.

A sostenere la stabilità della base imprenditoriale è principalmente il comparto dei «Servizi» con le attività di noleggio e servizi alle imprese (+167 unità) e quelle professionali e scientifiche (+122 attività). Il settore delle «costruzioni» vede ampliare la propria consistenza di 170 imprese (+0,8%) e 616 addetti (+1,1%). Tale dinamica positiva trascina anche le «attività immobiliari (+89 imprese da inizio anno). Nel macrosettore del «turismo» in senso stretto si contano complessivamente 187 attività in più, 149 sono impegnate nell’ospitalità e riguardano quasi esclusivamente l’extra-alberghiero (+12,8%) mentre le restanti 38 sono attive nella ristorazione.

Nonostante questa crescita si segnala una flessione del numero di «bar ed esercizi simili» che perdono, in 9 mesi, 50 iniziative imprenditoriali (-1,0%) e oltre 700 addetti (-4,6%). Nel periodo analizzato si contano 431 imprese agricole in meno (-1,2%), contrazione che riduce anche il numero degli addetti di circa 770 addetti (-2,1%). Lo stesso fenomeno ha caratterizzato il comparto del «commercio», ormai in piena asfissia con una riduzione media di circa 100 imprese a trimestre. Nei primi 9 mesi del 2023 tale restringimento ha interessato quasi 400 posizioni commerciali (-1,1%) e più di 800 addetti (-1,0%). Si alleggerisce anche il peso delle industrie manifatturiere, in particolare nella fabbricazione di prodotti in metallo (21 imprese in meno, che tradotto in termini percentuali è pari a -1,3%) e nell’industria del legno e del sughero (18 attività, -1,6%).

Il nord Sardegna, dove trovano sede il 32 per cento delle imprese regionali, da gennaio a settembre si è contraddistinto per un +1 per cento di crescita. Nel trimestre luglio-settembre invece solo lo 0,2%.

L’analisi settoriale da settembre 2022 a settembre 2023 mostra una pesante perdita nel settore del «commercio», pari a 282 imprese (-2,7%) e 294 addetti in meno (-1,2%). Negli ultimi 10 anni il comparto legato alle vendite ha perso oltre 2.000 imprese riducendo il suo apporto alla formazione del tessuto imprenditoriale dal 27% al 22%. Negli ultimi 12 mesi analizzati non sorride neanche il comparto primario, principalmente rappresentato dalle attività agricole. Le campagne perdono 170 aziende, una riduzione di poco inferiore a 2 punti percentuali. A rendere meno pesante la perdita complessiva di imprese ci pensa il multisettoriale ramo dei «servizi». Da settembre 2022 allo stesso mese del 2023 la numerosità di questo comparto cresce di 275 attività (+3,0%) e di oltre 1.500 addetti (+5,5%). I «servizi» che crescono maggiormente sono quelli legati alle «attività immobiliari (55 imprese in più, con una crescita del 4,3%), alla «cura della persona (+54 unità, in espansione del 3,4%) e quelli di «noleggio e leasing operativo» (+45 attività, +8,7% se confrontate con settembre 2022). Il mondo delle costruzioni nel nord Sardegna cresce di 107 imprese e di 144 addetti, rispettivamente +1,4% e 0,7% rispetto a fine settembre 2022. La buona performance del comparto edile locale recupera a livello regionale la perdita di 136 attività conseguita nel territorio cagliaritano. Sostanzialmente stabile la numerosità delle principali imprese legate al «turismo» con prestazioni nettamente tra le due sottocategorie che, in questa analisi compongono il settore, dove l’«alloggio» (extra-alberghiero in primis») cresce di 70 imprese colmando la riduzione di 69 attività riportata nella «ristorazione» (51 impegnate negli esercizi relativi ai bar).

A fine settembre nel nord Sardegna sono presenti 46.350 imprese attive, 105 in meno rispetto alla stessa data dell’anno precedente. Rispetto alla distribuzione settoriale regionale nel territorio di competenza della CCIAA di Sassari si registra un maggior contributo dei settori delle costruzioni (17% contro il 14% regionale), del «turismo» (11% contro 9%) e, seppur leggermente, nei «servizi» in generale (20% contro 19%).

Attraverso il confronto dei dati tra settembre 2022 con quelli del 2023 si assiste a un aumento del livello occupazionale di poco inferiore a duemila addetti. Come già analizzato per la numerosità delle imprese i «servizi» comandano la crescita con oltre 1.500 occupati in più, seguiti dalle attività legate al «turismo» (+985), in questa analisi rappresentati da «alloggio» (+484) e «ristorazione» (+501). Dopo la crisi legata al covid riprende l’occupazione nelle attività «sportive e di intrattenimento», segnando un sorprendente +14%, una crescita in termini assoluti di quasi 200 addetti. Tiene il comparto delle «costruzioni» con 143 occupati in più (+0,7%), da imputare quasi esclusivamente ai lavori specializzati e, nonostante la flessione del numero delle imprese, quello «primario» (+138, crescita superiore al punto percentuale). In flessione il livello occupazionale dei «trasporti», fenomeno da attribuire alle attività di spostamento merci e passeggeri aereo che nei 12 mesi presi in analisi riducono il numero degli occupati di oltre 220 unità, vanificando i buoni risultati delle imprese dei trasporti terrestri (+68 addetti) e marittimi (+31 occupati).

Questo il commento del presidente della Camera di Commercio di Sassari, Stefano Visconti:”Era quasi scontato attendersi questa flessione -dice- che già si stava registrando nei mesi precedenti. Tuttavia il sistema economico isolano e del nord Sardegna in particolare nonostante tutto stanno dimostrando una discreta capacità di tenuta con la cronica negatività di settori che continuano a soffrire. Tuttavia, nonostante i dati di crescita delle imprese benchè caratterizzati dal segno più, non siano particolarmente performanti, il terzo trimestre sulla spinta del settore turistico ricettivo, ha evidenziato un buon salto in avanti sotto il profilo occupazionale. Un dato questo che possiamo accogliere con favore.”