Funzione economica e sostenibilità. Ma anche l’innovazione e la digitalizzazione. Le sfide del futuro che devono essere governate con la visione del mondo cooperativo. Ossia con un’attenzione non solo all’aspetto economico ma anche a quello umano. E “Cooperativa, impresa sostenibile” è il tema del tredicesimo congresso di Legacoop Regionale Sardegna, in preparazione del quarantunesimo congresso nazionale. Appuntamento che è anche l’occasione per fare un bilancio dell’attività svolta negli ultimi anni, tre dei quali caratterizzati dall’emergenza pandemica. I numeri prima di tutto. A Legacoop Sardegna sono associate 962 cooperative, per un totale di 56 mila soci e con 8900 addetti. Complessivamente le coop aderenti alla Legacoop hanno un fatturato di 900 milioni di euro. Di questi, 1 milione è legato a coop di abitazione, 485 milioni di euro all’agroalimentare, 101 milioni alle coop di consumo, 23 milioni alle coop culturali e turistiche, 16 alla pesca, 128 milioni produzione e servizi e 145 milioni alle coop sociali.

A rimarcare la funzione economica e sociale delle coop è stato Claudio Atzori, presidente regionale uscente, unico candidato alla carica di presidente, confermato l pomeriggio. «Non bisogna mai separare e distinguere la funzione economica e sociale delle cooperative – ha detto nella relazione introduttiva -. Vogliamo essere in linea con gli obbiettivi dell’Agenda 2030, che perla prima volta mette in discussione il modello di sviluppo capitalistico che abbiamo avuto, causa dell’aumento delle disuguaglianze tra gli Stati ma anche all’interno degli stessi, a partire dalla ricchezza, madre di tutte le disuguaglianze».

Guardando poi allo scenario economico e a quello che viene definito il nuovo modello di sviluppo sostenibile il presidente ha sottolineato che « come Cooperazione, che su questo siamo nati e siamo, abbiamo da svolgere un ruolo da protagonisti. Ma dobbiamo innanzitutto averne la consapevolezza, costruendo anche una nuova narrazione della Cooperazione, innanzitutto scrollandoci di dosso quella sindrome da basse aspettative che spesso ci portiamo appresso, contaminando la cultura economica e politica del Paese e della Regione, recuperando dosi massicce di orgoglio e coraggio cooperativo che abbiamo dimostrato in altri periodi storici particolarmente avversi».

Poi un altro passaggio: «La Cooperazione dia l’esempio, agevoli il passaggio generazionale. “Cooperativa, impresa sostenibile” non è quindi un solo slogan o un titolo congressuale, è semmai la nostra innovata identità che rinsalda la Funzione Economica, con quella Sociale e Culturale, collocandoci nella storia che viviamo con lo sguardo rivolto al futuro – ha aggiunto -. Perché, per essere Impresa del Futuro, dobbiamo essere Impresa sostenibile oggi. Altrimenti non ci saremo.

Riteniamo che non si potrà cambiare quel modello di sviluppo che avevamo e abbiamo, senza cambiare lo schema della sua organizzazione aziendale. Quella Catena di Montaggio per ottimizzare i profitti, con un’organizzazione tutta verticale, con chi comanda e chi esegue, chi pensa e chi si limita al fare ciò che gli viene detto di fare, ha riguardato e ancora riguarda, molto del mondo imprenditoriale, ma anche istituzionale e sociale, ed in parte noi con loro».

A parlare di sostenibilità Pierluigi Stefanini, presidente della fondazione Asvis che ha parlato anche della certificazione di genere da estendere anche alle coop della Sardegna. Poi Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna e responsabile nazionale tavolo lavoro e Pnrr. A sottolineare l’importanza del mondo cooperativo anche Mauro Lusetti, presidente nazionale uscente che ha sottolineato il valore e il ruolo delle cooperative e dei cooperatori. E poi l’intervento di Simone Gamberini, candidato unico alla presidenza di Legacoop nazionale che ha rimarcato l’importanza del lavoro svolto da Legacoop sia in Sardegna sia a livello nazionale.